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Bosnia, appello denuncia per il dramma profughi

Quello che sta accadendo in Croazia e Bosnia comincia ad assumere i contorni di delitto contro l’Umanità. Decine di migliaia di persone, responsabili solo di essere diseredati privi dei mezzi essenziali di sopravvivenza e in fuga dalla fame e dalle guerre che infuriano nei loro Paesi di origine, vengono respinti da poliziotti di Paesi che dovrebbero essere i primi garanti dei diritti fondamentali delle persone in quanto tali, senza distinzione alcuna, com’è previsto dalla Carta dei Diritti Europea, quella dell’Onu e dalla nostra Costituzione. La Croazia è uno Stato Membro della Unione Europea!

Tre parlamentari componenti del Parlamento europeo recatisi – nella giornata del 30 gennaio 2021 – in visita ispettiva in quei posti sono stati allontanati con la forza e impediti di compiere il loro mandato ispettivo di parlamentari europei. Giova ricordare che la sia la Croazia che la Bosnia hanno ricevuto 60 milioni di euro per fornire l’ausilio e soccorso di quei disperati.

Questo è un fatto gravissimo che non può essere ignorato né sottovalutato dalla Unione Europea, la quale dovrebbe, senza esitazione, intervenire con ogni mezzo legale e politico per impedire che simili azioni siano ulteriormente perpetrate a danno di tante persone indifese e nei confronti di parlamentari che rappresentano i Cittadini europei! 

Con tale comportamento la polizia croata, in particolare, ha violato il protocollo europeo che garantisce l’immunità dei parlamentari europei anche nell’esercizio del potere ispettivo sull’intero territorio della Ue. Le responsabilità di tale comportamento andranno accertate dalla Commissione Europea.

L’Unione Europea, per le ragioni stesse della sua nascita, deve considerare la sua ricostruzione come premessa per porre al centro di tutto la salvaguardia dei diritti delle Persone in modo da impedire la espulsione e l’esclusione di milioni di donne e uomini dal diritto alla vita e dagli altri diritti fondamentali.

Esprimendo il nostro profondo sdegno e preoccupazione ci rivolgiamo quindi, prima di ogni altro, al nostro Governo, all’Alto Rappresentante della Politica Estera Europea, al Presidente della Commissione Europea e al Presidente del Parlamento Europeo, perché – ciascuno nel rispettivo ruolo – intervengano con la massima urgenza e decisione affinché siano interrotte tutte le azioni illegali (dalla deportazione alle violenze fisiche e maltrattamenti) a danno di tante persone in fuga e bisognose di soccorso e rispetto, non certo di intollerabili violenze! 

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