Industria delle Armi, governo concede autoregolamentazione
In un momento campale per le sorti dell’Italia, dove ogni cittadino sta compiendo dei sacrifici, dove tutte le attività sono state giustamente ridotte al lumicino dando la priorità alla filiera produttiva, leggere notizie come quella dell’autoregolamentazione che il governo Conte ha concesso all’industria delle armi fa indignare non poco. In una nazione dove si è dato purtroppo importanza a settori che non sono di vitale importanza, l’industria delle armi gode, tutt’ora, di un occhio di riguardo.
La sera del 25 marzo, mentre il governo si incontrava con i sindacati, in concerto con il ministero della Difesa si impegnavano a diminuire la produzione del settore militare salvaguardando solo le attività indispensabili. Purtroppo, si scopre solo adesso che il governo continua a privilegiare lo status della difesa e della produzione militare. Si serrano i ranghi, giustamente, sugli spostamenti dei cittadini, si fabbricano quantità industriali di autocertificazioni che durano lo spazio di un mattino, ma si lascia decidere, autonomamente, ai produttori di armamenti quali produzioni tenere aperte e quali no.
La comunicazione è stata inviata alla “Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza” (Aiad) a firma del ministro della Difesa On. Lorenzo Guerini e del ministro dello Sviluppo Economico On. Stefano Patuanelli. Si legge nel comunicato: “Le aziende vengono invitate in uno spirito di collaborazione e leale cooperazione” a considerare “l’opportunità che le società e le aziende federate all’interno di Aiad, nel proseguire la propria attività, possano concentrare l’operatività sulle linee produttive ritenute maggiormente essenziali e strategiche e, di contro, rallentare per quanto possibile l’attività produttiva e commerciale con riferimento a tutto ciò che non sia ritenuto, del pari, analogamente essenziale”.
Per il Governo Conte “strategica” l’industria delle armi
Il Governo Conte in poche parole ritiene “strategiche” le imprese che operano nel comparto militare, tutelando il loro operato dandogli libertà di azione sul come e quanto produrre senza concordare nulla con in sindacati, ma auspicando una fattiva collaborazione con i sindacati. È veramente necessario in questo periodo storico produrre armi in Italia? È di vitale importanza il settore militare visto che il nemico che si sta combattendo non lo si può bombardare, ma necessiterebbe di altri “armamenti” i cui bilanci sono stati sempre tagliati?
I famosi caccia F-35, ossia, milioni di euro che oggi sarebbero serviti nel comparto sanitario sono stati utilizzati per comprare degli oggetti praticamente inutili in uno stato d’emergenza come quello attuale. Purtroppo, le scelte politiche dei vari governi sono andati sempre in questa direzione, fregandosene del comparto sanitario che in alcune regioni è stato smantellato per far posto agli ospedali privati.
Le retoriche di medici ed infermieri eroi dentro le trincee lasciano il tempo che trovano, buone solo per lavare la coscienza di una politica totalmente colpevole del disastro del settore Sanità.
di Sebastiano Lo Monaco