Indonesia: il terrore arriva anche a Giacarta
“Volevano imitare gli attentatori di Parigi”, queste sono le parole con cui la polizia di Giacarta riferisce degli scontri avvenuti nel centro della capitale indonesiana. Almeno 7 i morti, due civili e cinque terroristi.
Diverse esplosioni hanno devastato il centro di Giacarta nel distretto di Jalan Thamrin, sede di ambasciate, di un ufficio Onu, di hotel e ristoranti frequentati da stranieri. L’attacco ha avuto inizio con una prima esplosione davanti ad un caffè di Starbucks a pochi passi dalla stazione di polizia. Ne è seguito uno scontro a fuoco tra militari e forze di sicurezza e poi un’altra esplosione. Il conflitto a fuoco è continuato in un teatro situato all’interno di un centro commerciale Sarinah. Lì gli attentatori si sono barricati fino a quando non sono stati uccisi dalla polizia qualche ora dopo.
Secondo il capo della polizia di Giacarta, Tito Karnavian, la “mente” sarebbe un indonesiano, Bahrun Naim, arruolato con l’Isis in Siria, che a sua volta ha rivendicato l’attentato tramite l’agenzia di stampa Aamaaq. Il presidente dell’Indonesia, Joko Widodoha, rassicura la popolazione: “Lo Stato e la gente non devono avere paura, non soccomberemo di fronte ad un attacco così atroce. Chiedo a tutta la popolazione di mantenere la calma, la situazione è sotto controllo”, ed aggiunge, “rivolgiamo un sincero cordoglio per le vittime di questo attacco. Noi tutti certamente condanniamo gli attacchi di oggi che hanno procurato terrore tra la popolazione”.
Anche in questo caso, gli attacchi seguono una minaccia dell’Isis fatta un mese fa in cui annunciavano, per l’appunto, un’azione che avrebbe messo l’Indonesia “sotto la luce dei riflettori”. E così è stato. L’anno è appena iniziato ma sembra di rivivere le stesse scene, gli stessi orrori, la stessa follia dei mesi passati.