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Incontro segreto tra Dahlan e Principe saudita

Un incontro segreto si è tenuto tra l’ex funzionario di Fatah, Mohamed Dahlan e il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammad Bin Salman, a rivelarlo l’agenzia palestinese Quds Net News. L’incontro a Riyad è stato apparentemente organizzato da Mohamed Bin Zayid, il principe ereditario e sovrano effettivo di Abu Dhabi.

L’agenda ha riportato gli ultimi sviluppi nella questione palestinese, la riconciliazione tra Fatah e Hamas e la richiesta saudita di apportare cambiamenti fondamentali all’Autorità palestinese a Ramallah. Secondo le fonti, l’Autorità Palestinese ha delle riserve riguardo all’incontro una volta che è stato reso noto ciò che è stato discusso tra Dahlan e Bin Salman. Ha descritto l’incontro come un tentativo di minare la legittima leadership palestinese.

“I due uomini hanno accettato di rinforzare le loro relazioni nel prossimo futuro”, hanno spiegato le fonti anonime, “al fine di riorganizzare la situazione interna palestinese e di riformare l’Autorità Nazionale Palestinese basandosi sulla nuova visione del Principe saudita e sulla serie di cambiamenti avvenuti a livello nazionale e regionale”. Alla domanda sui presunti sforzi sauditi per poter avvicinare Dahlan e il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas, fonti vicine a Dahlan hanno rifiutato di confermare tali mosse, alla luce della volontà del leader di Fatah di tornare a Ramallah.

Il presidente della Autorità Palestinese (Anp), Mahmud Abbas, ha già annunciato di non volersi candidare per un altro mandato; d’altronde, a parte una credibilità peggio che inesistente e l’età avanzata, sono continui gli appelli perché si dimetta, levando finalmente di torno un personaggio che in tutti gli anni della sua Presidenza, ha fatto solo gli interessi di Israele e di una ristretta cerchia che sul dramma dei palestinesi ha fondato la propria fortuna.

Quello della successione al vertice della Autorità Palestinese è un problema di cui si parla da tempo: l’Anp è un carrozzone gestito da un pugno di corrotti, impegnati a collaborare con l’occupante israeliano mentre si spartiscono il denaro (tanto) che dovrebbe servire a dare sollievo a un Popolo oppresso.

Per Israele, Mahmud Abbas è stato il servitore perfetto, ma a Tel Aviv si rendono conto che un suo nuovo mandato è improponibile, perciò, da tempo, stanno manovrando per trovare un successore da piazzare alla guida della Autorità Palestinese, per usarlo nello scontro che s’avvicina con la Resistenza.

D’altronde, a parte gli apparati dell’Anp che puntano a mantenere il comodo (e lucroso) status quo con le autorità israeliane, ci sono anche ambienti che, spinti dall’esasperazione di una popolazione sul punto di esplodere, vorrebbero una scelta di rottura con il passato di corruzione e collaborazionismo. I nomi che circolano sui media e negli ambienti “informati” di Tel Aviv sono quelli di Mohammad Dahlan e Marwan Barghuti.

di Redazione

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