Medio OrientePrimo Piano

In Yemen è catastrofe umanitaria

di Carolina Ambrosio

Un pericolosissimo focolaio di belligeranza si è acceso già da qualche settimana in un’altra regione del Golfo Persico. La Stato e la società yemenita, sotto i diktat e gli attacchi del vicino regime saudita rischiano di implodere.

I primi attacchi dell’offensiva saudita contro il vicino, non solo geograficamente, Yemen sono iniziati il 26 marzo dopo la deposizione del presidente Abd Rabbuh Mansur Hadi, nel tentativo di restaurare il suo regime in virtù del loro sodalizio politico.

Tuttavia la situazione ha toccato livelli di criminalità mai visti prima. In tutto il mondo si alzano voci per far terminare questa guerra che sta diventando una delle più cruente di tutto il mondo. Guerra  promossa dall’Arabia Saudita, che alcune voci non tardano a definire “il propugnatore  mondiale del terrorismo”, afferma il colonnello Sharaf Luqman, portavoce delle forze armate yemenite.

Da più parti, da più organizzazioni locali e internazionali ci sono continui appelli per la fine del conflitto, le cui conseguenze gravano tutte sulla popolazione, come sempre. Il succitato portavoce  colonnello Sharaf Luqman, infatti, denuncia alla stampa che gli obiettivi primari dell’offensiva saudita sono le infrastrutture yemenite e aggiunge che i raid sauditi colpiscono per lo più edifici residenziali, ma non solo. In poche settimane a causa di questo massacro, sono morti 2500 yemeniti.

E’ un’altra vera crisi umanitaria a cui si aggiunge il graduale impoverimento di risorse per la sopravvivenza. Marie-Elisabeth Ingres, la rappresentante per lo Yemen di Medici senza Frontiere, avverte che la condizione delle vittime degli attacchi sta degenerando e non ci sono nemmeno più scorte di cibo e viveri per la sussistenza. I negozi sono chiusi e le scorte rimanenti, ad ogni nuovo attacco, diminuiscono, specialmente nella capitale San’a, dove gli attacchi sono più frequenti. Inoltre, la strategia militare di colpire le infrastrutture ha seriamente danneggiato le strade che collegano le varie città, per cui gli abitanti, in penuria di viveri non possono nemmeno spostarsi per cercarli altrove.

Un altro appello è arrivato anche da un ufficiale Onu che ha sottolineato che l’aggressione dell’Arabia ha raggiunto un livello tale da essere una della più cruenti e grandi del mondo. Fino ad ora, l’aggressione, che non ha mai ricevuto un mandato dell’Onu per l’avvio, ha creato un baratro di violenza, morte, dolore e ha di fatto messo un Paese, situato in un’area dai fragili equilibri politici, sotto sopra.

Solo fino ad ora 16 milioni di persone hanno bisogno di aiuti per far solo fronte alle necessità più basilari.

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