In piazza i due volti dell’Ucraina: ma vince la linea favorevole a Mosca
di Mauro Indelicato
Ucraina europeista 2.0: si può ribattezzare così ciò che sta avvenendo a Kiev in questi giorni. A distanza di 9 anni dalla cosiddetta “rivoluzione arancione” che ha portato alla presidenza Viktor Yushenko, con un programma filo-occidentale e supportato dall’allora amministrazione di Bush junior e dall’Ue.
Quella presunta rivolta, foraggiata ed incoraggiata a suon di Dollari e di propaganda mediatica (ricordiamo, per esempio, l’episodio dell’avvelenamento a Yushenko durante quella campagna elettorale, che destò molta “commozione” in Europa), aveva come protagonisti diversi giovani attratti dal sogno europeo e spinti dai media all’insofferenza versa la Russia, alleato storico (e naturale) dell’Ucraina, che sosteneva l’attuale presidente, Viktor Yanukovich. Sono passati 9 anni da allora, correva infatti il dicembre del 2004, ed a Kiev tutto sembrava essersi sgonfiato: la farsa occidentalista di Yushenko è stata scoperta ed il personaggio è del tutto scomparso dalla politica, la crisi economica derivata dall’allontanamento da Mosca, ha messo sul lastrico diverse famiglie, infine la vittoria elettorale nel 2009 di Yanukovich ha definitivamente cancellato quella fiammella europeista, che da Bruxelles hanno tentato di alimentare, come in Georgia ed in misura minore anche in Bielorussia.
Le trattative però erano andate avanti, ma proprio qualche giorno fa il parlamento ucraino ha votato per il respingimento della proposta dell’Unione Europea: l’Ucraina guarda a Mosca, all’unione economica con Bielorussia, Russia e Kazakistan. In piazza però, alcuni giovani di 9 anni fa, sembrano voler nuovamente ricalcare la mano europeista e riformare la folla arancione dentro le tende delle piazze di Kiev.
Questa notte, scontri con le Forze dell’Ordine ed arresti, oltre che a guerre di numeri: secondo i manifestanti infatti, erano 100mila in piazza, secondo il governo 24mila. La polizia tiene a distanza due gruppi: quelli, per l’appunto, europeisti, e quelli filorussi. I secondi, in particolare, appoggiano la scelta del parlamento e soprattutto vorrebbero spiegare ai rivali le attuali condizioni dell’Unione Europea: “Come fanno – spiega uno del gruppo filorusso – ad avere come aspirazione ad entrare nell’UE? Io leggo che molti addirittura vorrebbero uscirne. Noi siamo con Mosca, vogliamo sfruttare questa occasione economica, chi non la pensa così è nemico degli interessi ucraini”.
In alcuni slogan, anche delle carte geografiche: “Bruxelles è lontana da qui, Mosca è più vicina”, si legge come didascalia; naturalmente, i media tradizionali europei, parlano di movimento di massa a favore dell’ingresso nell’Unione Europea, in realtà l’Ucraina è sì divisa, ma con una percentuale di filorussi in costante aumento. E’ insomma l’esempio di come la bandiera blu con le 12 stelle non attiri più come un tempo.