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In Italia la disoccupazione giovanile è in costante aumento, l’Ocse smaschera la propaganda “renziana”

di Redazione

Il rapporto Ocse su “Giovani e Occupazione” pubblicato mercoledì, dà dell’Italia un quadro assai diverso da quello ultimamente ostentato con malriposto ottimismo dalle Istituzioni nazionali: il tasso di occupazione giovanile negli ultimi anni è sceso di dodici punti, ponendoci al penultimo posto dei paesi Ocse, davanti solo alla Grecia. Inoltre, quasi la metà dei giovani svolge un lavoro che non richiede utilizzo di specifiche competenze o comporta scarso apprendimento, dunque dequalificante.

A rincarare la dose, il rapporto sottolinea la totale inadeguatezza del sistema di collocamento e formativo italiano, che sforna giovani “con scarse competenze” in generale e con, in assoluto, “le peggiori competenze matematiche”, risultando ampiamente sotto la media nel trovar loro un’occupazione.

In questo quadro disastroso, non stupisce che la percentuale di Neet (che non sono occupati, né studiano o comunque si formano) sia la quarta più alta dell’Ocse, con un aumento di sette punti in cinque anni.

Al di là della stucchevole propaganda, sono questi i numeri veri d’un disastro che ha bruciato una generazione e s’appresta a bruciarne un’altra, per la totale inettitudine e colpevolezza di classi politiche e dirigenti indegne del nome e del ruolo.

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