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In Egitto continua a scorrere sangue

di Redazione

In Egitto non si fermano le proteste dei militanti dei Fratelli Musulmani e non si ferma nemmeno la violenta repressione dell’esercito egiziano. Un video-messaggio del canale egiziano di al Jazeera nella giornata di giovedì trasmetteva l’appello alla mobilitazione generale di Mohamed el Beltagy, ricercato numero uno tra i leader dei pro-Morsi ancora a piede libero. Nella stessa giornata  la tv di Stato egiziana annunciava il suo arresto a Giza, mentre l’agenzia ufficiale Mena precisava che Beltagy “è stato catturato a Tersa”, un sobborgo di Giza, il governatorato che comprende le grandi Piramidi e abbraccia una parte considerevole del Cairo.

Sempre nella giornata di giovedì l’Alleanza delle formazioni pro-Morsi in una conferenza stampa trasmessa dalle tv arabe, sottolineava che “da sabato inizieremo la disobbedienza civile e organizzeremo nuovi sit-in fino a che non saranno accettate le nostre richieste”.

Intanto Il ministro per i Beni archeologici, Mohamed Ibrahim, dichiarava lo stato di emergenza per musei e siti turistici d’Egitto in vista delle manifestazioni dei pro-Morsi. Il ministro ha garantito che “resteranno aperti” e che in caso di tentativi di attacco sarebbe scattato un piano per la “sicurezza dei visitatori”.

La giornata di venerdì si è aperta con la massiccia presenza di militari e forze di sicurezza al Cairo, a poche ore dalle nuove manifestazioni. Sono state chiuse al traffico le piazze Tahrir e Rabaa, simbolo delle rivolte di questi tre anni, il viale del ministero della Difesa,  mentre i carri armati presidiano il palazzo presidenziale a Heliopolis.

Le immagini delle tv arabe mostrano migliaia di manifestanti a Mohandessin, uno dei punti di raduno dei dimostranti. Le forze di sicurezza, in stato di massima allerta, hanno il via libera a sparare in situazioni di difesa, come ribadito  dal ministero dell’Interno, previste dallo stato di emergenza decretato nel Paese. Ad Alessandria le principali strade sono state bloccate dai militari, dopo il blitz nei pressi della moschea al Qaeda Ibrahim che ha portato a “numerosi arresti’, scrive l’agenzia ufficiale Mena: “I fermati erano in possesso di bottiglie e benzina per fare bottiglie molotov”.

La polizia spara lacrimogeni a Mohandessin, a ridosso del cuore del Cairo, mentre una manifestazione dei pro-Morsi è stata dispersa con la forza ad Alessandria. Scontri e lacrimogeni si segnalano anche a Tanta.

Uomini armati a bordo di due auto hanno aperto il fuoco contro un checkpoint delle forze di sicurezza egiziane a Heliopolis, quartiere orientale del Cairo dove sorge il palazzo presidenziale. Il bilancio, scrive la Mena, è di un agente ucciso e due feriti, un altro poliziotto e un civile. Saranno otto le vittime degli ultimi scontri tra militanti e forze di sicurezza.

Intanto sono “oltre 4.000 i Fratelli musulmani in carcere, tra loro 300 donne” secondo quanto afferma un avvocato incaricato della difesa dei pro-Morsi arrestati, Ali Kamal. L’ultimo bilancio ufficiale, della scorsa settimana, parlava di oltre 1.800 detenuti. Solo nelle ultime 24 ore, afferma l’agenzia ufficiale Mena, sono stati arrestati 103 membri della Confraternita arrestati in tutto l’Egitto.

E mentre l’Egitto ripiomba nel terrore e nella paura, nella vicina Gaza i pescatori vengono mitragliati dalla marina egiziana. Dubbi su chi comanda oggi in Egitto?

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