Immigrazione, il problema rimane “nostrum”
Quante “lezioni” arrivano dall’Europa sul fenomeno immigrazione? E quante poi le soluzioni per aiutare realmente l’Italia nell’affrontare tutte le conseguenze derivanti da politiche poco chiare? Tante parole, tante discussioni, ma lezioni che farebbero dell’Italia l’unica alunna della classe (l’Ue) obbligata ad ascoltare e fare anche i compiti a casa degli altri.
Ricordiamo quando l’ex Presidente del consiglio italiano, Enrico Letta, ritornava soddisfatto dal vertice del Consiglio europeo sul tema dell’immigrazione, affermando che da quel momento anche l’Europa si assumeva la responsabilità di aiutare i Paesi “esposti” con azione concrete al fine di giungere a “conclusioni operative” su un tema sicuramente non nuovo. Ma quali risultati sono stati raggiunti?
Parole che adesso sembrano dissolversi dietro il sipario dell’indifferenza. In questi giorni diminuiscono gli sbarchi ma non è certo il risultato di alcuna decisione politica o intervento europeo. Un mare mosso che ha temporaneamente rallentato i traffici marittimi verso le porte del Mediterraneo ma che non pone comunque tregua alle quotidiane proteste presso il centro di accoglienza di Lampedusa non solo da parte dei cittadini ma anche degli stessi migranti richiedenti “condizioni migliori”.
Su una cosa però sembra non esserci dubbio: il fenomeno dell’immigrazione rappresenta certamente uno dei principali punti di divisione della già frammentata società italiana dove si preferisce sempre di più prendere parte ad un’ideologia piuttosto che far “fronte comune” a un sistema di potere che si alimenta dai giochi politici di destra e sinistra e che fa leva su un capitalismo legalizzato nei paesi da cui fuggono molti degli stessi migranti. Mentre, ancora una volta, si continuerà a combattere una meschina guerra tra poveri, da sempre sport preferito (dopo il calcio) del popolo italiano.
di Redazione