Immigrazione inversa dei sionisti da Israele
Immigrazione – Mentre i problemi israeliani nei territori occupati aumentano a causa della guerra a Gaza e della possibilità di una guerra su larga scala con l’Iran ed Hezbollah, sempre più sionisti stanno abbandonando la Palestina.
Il quotidiano Rai al-Youm ha riferito che questi fattori hanno portato molti coloni sionisti a preoccuparsi della loro permanenza nei territori occupati e del loro futuro, mentre i centri statistici del regime israeliano mostrano un aumento del 20% nel numero di emigranti rispetto all’anno scorso.
Secondo il quotidiano Rai al-Youm, le statistiche mostrano che l’immigrazione inversa dai territori occupati si è intensificata dopo la guerra di Gaza e che alcune organizzazioni sono state create nell’ambito del movimento (andiamo insieme) a cui hanno aderito decine di migliaia di coloni.
In precedenza, l’ex primo ministro del regime sionista, Naftali Bennett, aveva chiesto ai sionisti di non abbandonare i territori occupati e aveva messo in guardia sulle conseguenze di questa migrazione.
Rai al-Youm nel suo rapporto ha aggiunto che circa il 40% degli israeliani sta pensando all’immigrazione inversa, cioè di tornare dai territori occupati a quelli di provenienza, e ciò per ragioni quali l’attuale crisi, la situazione economica, la disuguaglianza e la mancanza di speranza degli insediamenti.
In un altro rapporto, i media israeliani hanno affermato che la migrazione dei medici dai territori palestinesi occupati, insieme ad altre conseguenze sociali ed economiche della guerra, come l’inflazione e l’aumento dei prezzi, sono tra le altre calamità che colpiscono l’economia del regime sionista.
Il canale televisivo 14 ha annunciato che l’aumento dei prezzi e l’aumento del 3,2% dell’inflazione sono altri segnali della pessima situazione economica di questo regime.
di Redazione