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Immigrazione, ennesimo accordo farsa

di Salvo Ardizzone

Dopo una notte di furiosi contrasti in cui l’Europa ha dato la peggiore immagine di sé, alle tre del mattino di venerdì la Commissione Europea ha raggiunto un accordo sul Piano Immigrazione che è il peggiore compromesso al ribasso.

Lo stesso Junker lo ha definito “un accordo modesto”, dopo aver consumato la nottata in aspri scontri non solo con diversi capi di stato, ma anche col Presidente del Consiglio Ue, il polacco Tusk, che, scordando la sua carica, ha difeso strenuamente la linea dei Paesi dell’Est contrari alla stesura iniziale del documento.

Nell’accordo, se così si può chiamare, cade l’obbligatorietà della ripartizione fra i 28 Paesi dei già ben pochi 40mila migranti richiedenti asilo approdati in Italia e Grecia, da ricollocare nell’arco di due anni, e cadono pure i criteri oggettivi individuati per la ripartizione. Essa sarà basata sulla volontarietà dei singoli Stati; sarà un’estenuante serie di trattative bilaterali a definirne la realizzazione entro luglio, ma si può esser certi che, fra cavilli ed interminabili discussioni, si sforerà quel termine continuando a lasciar le cose come stanno. Inoltre, a parte Regno Unito, Irlanda e Danimarca, con tutta probabilità si sfileranno dall’intesa anche Bulgaria e Ungheria.

È l’Europa intera che ha messo in luce tutta la sua inconsistenza politica, mostrandosi in balia degli egoismi dei singoli Stati, incapaci non solo di una visione complessiva, ma anche di un’agenda che non sia basata sull’interesse immediato. Renzi, dal canto suo, ha schiumato rabbia per essersi dovuto rimangiare i trionfali proclami con cui aveva salutato la prima stesura dell’accordo; risibili quanto inutili sono state le invettive a cui s’è abbandonato.

Quest’ennesima sconfitta del Sistema Italia, lasciato vergognosamente solo dinanzi ad un problema immane, è figlia d’una lunga serie di fattori di cui l’irrilevanza internazionale e l’incapacità di gestione dei rapporti internazionali sono i principali. Ma è l’Europa quale è stata disegnata da politici gretti e burocrati ottusi che ha mostrato per l’ennesima volta il suo vero volto: quello di un’entità meschina, schiacciata su piccoli interessi di bottega e succube ai diktat della finanza internazionale e dei padroni d’oltre Atlantico.

Solo in quel caso obbedisce unendosi all’istante, anche contro i propri più elementari interessi; non è la solidarietà, il rispetto reciproco, la comunanza d’intenti a farla agire, è solo la sudditanza a farla scattare.

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