Imam Moussa Sadr, un mistero lungo 43 anni
Sono trascorsi 43 anni dalla misteriosa scomparsa in Libia dell’Imam Moussa Sadr e dei suoi compagni, durante un incontro con il colonnello Gheddafi.
Nato in Iran da una famiglia libanese, Moussa al-Sadr divenne una guida spirituale molto autorevole e uno dei capi più abili del movimento di rinascita degli sciiti. Uomo del dialogo e della pace, nel 1974 fondò in Libano il Movimento dei diseredati da cui nacque in piena guerra civile il gruppo Amal (Speranza).
Moussa Sadr voleva la pace per il suo Libano devastato da una brutale guerra civile. Decise di andare in Libia dal colonnello Muammar Gheddafi per chiedergli di interrompere la fornitura di armi alle fazioni in lotta. Sadr si fece accompagnare dallo sceicco Mohamad Yaacoub e dal giornalista Abbas Badreddin. Dalla notte del 31 agosto del 1978, dei tre non si seppe più nulla.
Una fonte vicina all’intelligence libica riferì dopo diversi anni dalla scomparsa dei tre, che l’Imam e i suoi compagni vennero uccisi subito dopo il colloquio con il colonnello Gheddafi e sepolti nel sud della Libia. Per anni Tripoli ha sostenuto che i tre fossero saliti su un volo Alitalia diretto a Roma e le loro tracce andavano cercate in Italia. Ma i parenti, sostenuti dalla giustizia libanese, non hanno mai accettato questa tesi. Il caso Moussa Sadr ha avvelenato per anni i rapporti tra la Libia e il mondo sciita.
Nessuna conferma sulla morte di Moussa Sadr
La figlia del religioso sciita libanese, Houra Sadr, afferma che i documenti e le prove non confermano la morte del padre, e non esclude che probabilmente possa essere ancora detenuto in una prigione libica.
Solo negli ultimi anni, una sentenza del Tribunale di Roma ha segnato una parziale svolta: nessun coinvolgimento dell’Italia, le responsabilità vanno ricercate nell’ormai defunto dittatore libico Gheddafi. Chi ha conosciuto bene l’Imam Moussa al-Sadr, lo descrive come un uomo che ha lavorato per la pace e che per la pace è scomparso.
di Yahya Sorbello