Il rilascio dei marò e il tempismo indiano
Con un tempismo che non lascia adito a dubbi, l’India ha annullato un contratto da 300 milioni di dollari con Leonardo-Fimeccanica per la fornitura di 98 siluri pesanti Black Shark; avrebbero costituito il sistema d’arma primario dei sei sottomarini classe Scorpene che la Marina indiana ha in corso d’acquisizione. Vista la massima urgenza della fornitura, il Ministero della Difesa indiano già nei prossimi giorni indirà una gara da cui la Wass (una controllata di Leonardo-Finmeccanica), già vincitrice della gara per la fornitura, sarà esclusa.
Ad essere in lizza per sostituire quelli italiani, sono i siluri Sea Hake tedeschi e gli F-21 francesi. La fornitura della Leonardo-Finmeccanica era già stata congelata nel 2012, come conseguenza dell’indagine svolta in Italia per tangenti che sarebbero state elargite a personalità indiane nell’ambito della vendita per 560 ml di 12 elicotteri Agusta-Westland (anch’essa appartenente alla Leonardo-Finmeccanica) avvenuta nel 2010. Al di là delle motivazioni ufficiali, l’annullamento del contratto (come la vicenda Agusta-Westland e molte altre ancora) è l’ennesimo frutto avvelenato dell’affaire dei marò italiani accusati della morte di due pescatori al largo delle coste del Kerala. Una storia grottesca che si trascina da oltre quattro anni, gestita nella maniera peggiore, che solo negli ultimi tempi sembra finalmente avviata su binari ragionevoli.
Al di là dei contorni legali e delle indagini su fatti sfruttati sfacciatamente in India per ragioni di politica interna (in estrema sintesi, distruggere Sonia Gandhi e il suo partito), la condotta delle autorità italiane e del Sistema Italia in generale è stato semplicemente scandaloso per dilettantismo, mancanza di serietà e competenza; un comportamento inqualificabile che non solo ha danneggiato quel poco d’immagine che il Paese mantiene, ma anche tutte le imprese italiane che a qualsiasi titolo hanno rapporti con quel Paese immenso. È stato ed è l’ennesimo esempio di cialtroneria d’un Paese indegno di chiamarsi tale, incapace di serietà qualunque Governo o opposizione ci sia.