Il regime saudita cerca una via d’uscita dal pantano yemenita
I seguaci dell’ex presidente yemenita Mansour Hadi hanno dichiarato che soldati sauditi e degli Emirati Arabi Uniti li affiancano negli scontri contro i combattenti Ansarullah, l’Esercito regolare e i Comitati Popolari.
Secondo quanto riferito a Londra dal giornale al-Hayat, i militari del Golfo hanno partecipato lunedì scorso al tentativo di strappare agli Houthi la base aerea di al-Anad, la più grande del Paese, posta a nord di Aden. Il movimento di Resistenza Ansarullah e i suoi alleati, hanno affermato di aver respinto l’attacco e di mantenere il controllo della base.
Citando fonti vicine al deposto Presidente, al-Hayat riferisce che Arabia Saudita ed Emirati, attraverso il valico di al-Buraiqeh, avrebbero fatto affluire in Yemen almeno 1.500 soldati oltre a ingenti quantitativi di materiale militare pesante, come carri da battaglia e blindati, destinati ai seguaci di Hadi nel tentativo di ribaltare una situazione sempre più disastrosa per gli alleati di Riyadh.
Mentre sul campo i sauditi alzano la posta, tentando di invadere il Paese per arrivare ad una soluzione del conflitto, continuano i raid aerei terroristici che da marzo stanno martirizzando il Popolo yemenita, con morti che si contano ormai a migliaia ed infinite distruzioni che hanno causato una grave crisi umanitaria.
È da oltre quattro mesi che, nel silenzio ed il disinteresse della comunità internazionale, la casa reale saudita continua la sua aggressione contro lo Yemen, senza alcune giustificazione né mandato dell’Onu.
L’obiettivo è quello di sconfiggere la resistenza Houthi e rimettere al potere il proprio fantoccio Mansour Hadi. In questi lunghi mesi di martirio, il Popolo yemenita si sta stringendo ad Ansarullah, e all’Esercito, per respingere l’aggressione ed affermare la propria autodeterminazione, affrancandosi dalla servitù saudita.
Per Riyadh, che comprende ora d’essersi cacciata in un pantano da cui non sa come uscir fuori, ottenere una vittoria è imperativo; in caso contrario, non perderebbe solo la faccia in una regione dove questo conta. Un insuccesso, di cui si vedono tutte le avvisaglie, ridimensionerebbe enormemente il peso saudita nell’area e potrebbe dare il via ad un regolamento di conti all’interno della casa reale, dove il clan dei Sadayri ha puntato tutto sulla carta militare per consolidare la sua recente presa del potere.