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Il Parlamento iraniano invita Rohani a sospendere l’ingannevole accordo sul nucleare

di Giovanni Sorbello

I prematuri festeggiamenti per il tanto osannato accordo sul nucleare tra Iran e Stati Uniti, si sono raffreddati dopo essersi confrontati con la dura e prevedibile realtà. Quello che i media occidentali esaltavano come un accordo storico, si sta dimostrando solo l’ennesimo inganno ordito da Stati Uniti e alleati contro la Repubblica islamica dell’Iran. Sarebbe stato opportuno, secondo noi, approcciarsi a questi colloqui in maniera più rigida e dignitosa, ricordandosi che dall’altra parte c’erano rappresentanti di Paesi – Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna – responsabili dei peggiori crimini perpetrati per decenni contro il popolo iraniano.

Crediamo anche che una certa responsabilità vada ricercata tra i governanti iraniani, un po’ troppo morbidi e permissivi nei confronti di un Occidente che mai ha dimostrato nei fatti una precisa volontà di avviare delle vere e leali relazioni con l’Iran. Come si possono ignorare gli eventi terroristici che hanno colpito il popolo iraniano negli ultimi cinquant’anni. Come fidarsi di un Occidente, complice e responsabile di tali crimini le cui mani grondano ancora di sangue?

A causa dell’ennesimo tradimento attuato dagli Usa contro la Repubblica islamica dell’Iran, 102 deputati del Majlis, il parlamento iraniano, hanno scritto oggi una lettera al presidente iraniano Hassan Rohani, in cui gli si chiede di sospendere l’attuazione dell’accordo nucleare a causa del mancato impegno da parte degli Stati Uniti.

Mohammad Dehghan, ha annunciato la consegna della lettera nel corso della riunione pubblica del Consiglio consultivo. Il parlamentare iraniano ha confermato che la decisione di scrivere questa lettera giunge dopo il mancato impegno da parte degli Stati Uniti dell’attuazione dell’accordo sul nucleare raggiunto lo scorso luglio in Austria tra l’Iran e il gruppo 5+1.

Mentre il presidente iraniano Rohani, sempre più in difficoltà soprattutto per quanto riguarda la politica nazionale, continua ad ignorare la storia e le esigenze del popolo iraniano, una vasta rappresentanza del parlamento iraniano ha suonato un primo campanello d’allarme. La speranza è che questo campanello d’allarme venga recepito dagli attuali responsabili del governo iraniano.

Anche una parte della politica iraniana sembra aver dimenticato il tributo pagato dal popolo iraniano in decenni di attentati, eliminazioni mirate, embarghi, sanzioni, tentativi di colpi di Stato e “guerre imposte” (Iran-Iraq). Crimini per cui nessuno ha mai pagato, e ancor più grave, nessuno – Usa in testa – ha mai chiesto scusa.

Alla luce dei nuovi risvolti nei rapporti con gli Stati Uniti, la massima autorità iraniana, l’Āyatollāh Alī Khāmeneī, con la solita lealtà e lucidità politica, ha escluso ogni possibilità di normalizzare le relazioni tra l’Iran e gli Usa.

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