Il Parlamento britannico chiede chiarezza sui finanziamenti all’Isil
di Cinzia Palmacci
L’Arabia Saudita e gli altri regimi arabi dovrebbero fare di più per garantire che le loro famiglie non stiano segretamente finanziando l’Isil, ha raccomandato una commissione parlamentare britannica.
The Guardian ha citato una relazione sullo stato delle finanze dell’Isil secondo la quale il comitato per gli affari esteri dice che l’organizzazione terroristica con sede in Iraq e in Siria è sempre più disperata per la mancanza di finanziamenti, e sta ricorrendo al “gangsterismo e al racket” mascherati da tassazione. Il quotidiano britannico ha aggiunto che il finanziamento dell’Isil è diminuito a causa del crollo del prezzo del petrolio, per gli attacchi aerei contro le sue strutture e a causa di una stretta sulla sua capacità di operare all’interno del sistema bancario iracheno formale e informale.
Ma nel suo passaggio più controverso, il Comitato sottolinea che il ministero degli Interni dell’Arabia Saudita ha approvato solo nel marzo 2015 un sistema di norme che rende illegale per i residenti sauditi fornire supporto finanziario all’Isil.
Dal 2015 l’Onu ha concesso all’ambasciatore saudita la guida del Gruppo Consultivo del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, una decisione che è stata sostenuta dagli Stati Uniti e dai Paesi occidentali.
L’Arabia Saudita è considerata uno dei principali alleati dell’Occidente in Medio Oriente, ma questo Paese “è attivo a tutti i livelli del terrorismo: dalla pianificazione al finanziamento, all’ideologia alla militanza”, come descritto nel 2002 dal politico francese Laurent Murawiek. Il rapporto tra la famiglia reale saudita e il terrorismo internazionale resta grave. “Nei 14 anni che sono trascorsi dagli attacchi dell’11 settembre 2001, i sauditi sono diventati più aggressivi. Finanziano le organizzazioni terroristiche e le loro azioni, promuovono dottrine che prevedono punizioni per donne e bambini, e ignorano i principi democratici. Stanno portando avanti una crudele campagna militare in Yemen che ha già causato migliaia di morti civili e ridotto molti altri in una situazione disperata”, riferisce il quotidiano Independent in un articolo di Yasmin Alibhai-Brown. Secondo l’articolo, i governi occidentali non affrontano l’Arabia Saudita a causa del petrolio e dei benefici ottenuti dalla vendita di armi. “I politici vigliacchi e coloro che sono interessati ai vantaggi economici sono una vera e propria minaccia per la nostra sicurezza nazionale”, conclude l’autore.
Quindi ogni sforzo di chiarezza chiesto dal Parlamento Britannico all’Arabia Saudita suonerebbe vagamente ipocrita.