Governo stanzia 650 milioni per dissesto idrogeologico, ma esclude Campania, Calabria e Sicilia
Il Governo ha stanziato 654 milioni da investire in prevenzione, per la messa in sicurezza di alcune aree del Paese. Si tratta di 33 cantieri antiemergenza che prenderanno il via in città come Genova, Olbia, Milano, Firenze, Pescara, Bologna e Venezia. “Queste città avranno la piena disponibilità delle risorse stanziate dal Governo per la realizzazione delle opere antialluvione”, questo è quanto si legge dal sito #italiasicura della Presidenza del Consiglio. Escluse dall’elenco la Campania, la Calabria e la Sicilia, le tre regioni che proprio nell’ultimo periodo sono state colpite in maniera grave dalle alluvioni. Solo nelle ultime settimana il maltempo ha flagellato la Calabria e parte della Sicilia facendo registrare danni ingenti a strade, reti ferroviarie, condotte idriche, reti elettriche. Colpendo inoltre in modo serio anche coltivazioni, uliveti e agrumi. In Sicilia, a causa di una frana che ha danneggiato la principale condotta dell’acqua tra Fiumefreddo e Calatabiano che rifornisce l’intera città di Messina, i cittadini sono rimasti senz’acqua per diversi giorni. E l’emergenza acqua continua tra le polemiche e lo sconforto dei messinesi.
Questi ultimi casi di calamità idrogeologica, ci restituiscono, drammaticamente, l’immagine di città che diventano trappole mortali. Voragini, frane, strade interrotte, ferrovie letteralmente spazzate via, sono gli ultimi fotogrammi di un film appena visto. Eppure, i tanti disagi e le gravi perdite economiche della Calabria e della Sicilia non sembrano essere un valido lascia passare per fare agire le istituzioni. Questo Paese da sempre abituato a seguire la logica dell’emergenza, con l’unico obiettivo di ristabilire la normalità, oggi muove qualche timido passo verso la prevenzione. Ma esclude, almeno al momento, alcune zone che sono fra le più a rischio. Decisione del tutto incomprensibile se si vanno a vedere alcuni numeri.
Un esempio fra tutti: la Sicilia è tra le regioni italiane che superano il 90% di dissesto idrogeologico nel proprio territorio. I numeri a riguardo non lasciamo dubbi: su 390 comuni, ben 277 ricadono in aree sogette a rischio idrogeologico. Per la Calabria le cose non vanno certo meglio. Per questa regione non serve ricorrere ai numeri per avere un quadro chiaro: le immagini dell’ultima alluvione rendono perfettamente l’idea della criticità del territorio. La Sardegna, se pur presente con Olbia, attende ancora le risorse dal dopo alluvione del 2010 e presenta un rischio idrogeologico non indifferente in tutto il territorio. Nell’isola sarda manca tutto; a cominciare dai piani di rischio ed emergenza, per finire alle misure di prevenzione del territorio.
Stupisce, e non poco, la decisione del Governo di lasciare fuori tutte le città del sud Italia che, per l’ennesima volta, saranno costrette a rimboccarsi le maniche con quel poco che hanno nelle casse. Queste regioni sono tristemente lasciate al proprio destino. Quel destino che li vede, tanto per cambiare, figli di un Dio minore.