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Il dramma dei bambini di strada nelle città libanesi

di Cristina Amoroso

Centinaia di bambini vivono elemosinando e lavorano sulle strade libanesi, lo rivela uno studio, il primo del suo genere in Libano, che ha fatto luce su un problema in gran parte aggravato dall’afflusso di circa un milione e mezzo di profughi siriani in fuga.

Sono almeno 1.500 i bambini di strada, tre quarti dei quali siriani, che mendicano per strada o lavorano come venditori ambulanti, in parte coinvolti in attività illecite, concentrati soprattutto nei centri urbani come Beirut e Tripoli: a rivelarlo è l’Organizzazione International Labour, il fondo delle Nazioni Unite per bambini dell’Unicef insieme a Save the Children International.

Il numero di bambini che elemosinano nelle città libanesi è uno dei segni più visibili della crisi dei rifugiati nel Paese. La popolazione libanese è cresciuta di quasi il 25 per cento dall’inizio della guerra in Siria scoppiata nel 2011, con oltre 1,5 milioni di profughi siriani riparati in un Paese con una popolazione di 4 milioni di abitanti, che la rende la più alta concentrazione pro capite di rifugiati nel mondo.

L’afflusso di rifugiati ha messo sotto pressione le risorse già scarse del Paese e i sistemi infrastrutturali, dell’istruzione e della sanità, ed ha anche contribuito a crescenti tensioni in una nazione vulnerabile a violazioni della sicurezza e della stabilità.

Due terzi dei bambini sono adolescenti, di età compresa tra 10 e 14 anni, con un guadagno in media di 12 dollari al giorno. Secondo lo studio, che è stato sostenuto dal ministero del Lavoro, il lavoro del 43 per cento dei bambini consiste nell’accattonaggio, mentre il 37 per cento è rappresentato da venditori ambulanti. La maggior parte dei bambini sono entrati nel mercato tra i sette e i 14 anni di età e il 42 per cento sono analfabeti. La maggioranza lavora più di sei giorni a settimana con una media di otto ore e mezzo al giorno.

I principali fattori che causano questo fenomeno, secondo lo studio, sono rappresentati dall’esclusione sociale, dalla vulnerabilità delle famiglie, dall’afflusso di profughi siriani, dalla criminalità organizzata e dallo sfruttamento dei minori.

Lo studio precisa che “il recente afflusso di profughi dalla Siria, molti dei quali sono bambini, ha certamente aggravato il problema, ma non è affatto la causa principale o la conseguenza di bambini che vivono o lavorano nelle strade”. E’ un problema di lunga data che rappresenta una sfida permanente che cavalca le questioni socio-economiche più grandi in Libano e che le istituzioni intendono risolvere, nel quadro del piano d’azione nazionale per l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro avviato nel 2013.

La piaga dei bambini di strada, ossia di quei minori la cui esistenza quotidiana si svolge principalmente per le strade di una città al di fuori di una famiglia e di qualsiasi comunità o struttura adatta ad accudirli, è comune a molti Paesi del mondo, anche occidentali, fenomeno più diffuso nelle regioni a più alto e veloce sviluppo urbano e in quelle più instabili economicamente. Nonostante la difficoltà di quantificarne il numero, secondo la relazione di una Ong britannica, la “Consortium for Street Children”, qualche anno fa si stimava che fossero almeno 100 milioni i bambini cresciuti fin dalla più tenera età abbandonati a se stessi sulle strade urbane delle grandi città di molti Paesi del mondo.

Come altre categorie svantaggiate di minori, i bambini di strada sono vittime, private dei loro diritti fondamentali, primi fra i quali il diritto alla protezione, all’accesso ai servizi essenziali di assistenza sociale e sanitaria, all’istruzione, alle cure della famiglia.

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