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Diritto internazionale secondo Israele

Diritto internazionale – All’indomani delle proteste che hanno infiammato le piazze in West Bank e in tutto il mondo contro il Prawer Plan con cui il governo di Tel Aviv si ritiene legittimato a espellere 70 mila beduini palestinesi dal deserto del Negev, nuovi soprusi vengono perpetrati contro i palestinesi nella Valle del Giordano ad opera delle forze di occupazione. Fathi Shqaier, capo di una campagna in sostegno delle comunità della Valle del Giordano, ha riferito a Ma’an che le forze israeliane hanno demolito molte proprietà nel villaggio di Al-Auja. Quattro abitazioni private e otto strutture agricole sono state abbattute da tre bulldozer israeliani e da 15 veicoli militari lunedì all’alba, secondo quanto riferisce un residente.

Sia le strutture residenziali che quelle agricole erano state costruite su un terreno appartenente alla dotazione islamica. Fa ormai parte della comune prassi israeliana, già portata avanti in altre aree della West Bank, distruggere strutture e terreni agricoli dei palestinesi per agevolare la costruzione degli insediamenti dei coloni. Ora ben 50 persone sono rimaste senza casa. Le proprietà appartenevano a Musallem Kaabna, Rafe Salama Jihadin, Ahmad Salama Jihadin, Yousef Musallem Kaabna, Ali Musallem Kaabna, Yuosef Jihadin, Ahmad Mohammad Najada, Oda Mohammad Najada, Mousa Najada, Omnar Mousa Najada, Omar Mousa Najada.

Un residente e testimone oculare dell’accaduto, Imad Najada, ha riferito che alcuni dei proprietari hanno presentato ricorso ai tribunali israeliani e sono in possesso di documenti ufficiali che provano che la terra appartiene alla dotazione islamica. Guy Inbar, portavoce dell’ufficio del Coordinatore delle Attività di Governo nei Territori Occupati (COGAT), non ha rilasciato dichiarazioni. La Valle del Giordano rappresenta circa 1/3 della Cisgiordania occupata. Israele ha adibito il 56% della superficie totale a zone militari chiuse.

Nel 2012, 540 strutture palestinesi sono state demolite nell’Area C (ovvero sotto controllo amministrativo e militare israeliano), col pretesto della mancanza dei permessi israeliani e sono state trasferite 815 persone, di cui più della metà bambini, secondo quanto rende noto l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari. Secondo quanto riporta Press Tv, il 29 novembre il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha chiesto al governo di Tel Aviv di fermare le attività di insediamento nei Territori Occupati, definendo queste attività “ una violazione del Diritto Internazionale e un ostacolo alla pace”.

Quasi come risposta a tale richiesta, proprio lo stesso giorno è stato pubblicato un rapporto che evidenzia come Israele abbia aumentato del 130% la costruzione di insediamenti illegali quest’anno rispetto al 2012; questi dati sono riportati da Israel’s Central Bureau of Statistics. Infine, il Ministro israeliano Uri Ariel ha dichiarato che l’attività di costruzione “continuerà a ritmo sostenuto”, ignorando deliberatamente e impunemente  le richieste a livello internazionale. E’ doveroso ricordare che i Territori Occupati sono stati sottratti al popolo palestinese da Israele nella guerra del 1967 e sono quindi soggetti alla Quarta Convenzione di Ginevra che vieta la costruzione su territori occupati illegalmente.

di Manuela Comito

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