Il Corriere della Sera da voce ad Israele: invito a ingerenze e guerra contro l’Iran. L’inizio di un nuovo complotto
Che il Corriere della Sera scriva tante cose decisamente contestabili ed alle volte inaccettabili ed altre volte inverosimili ed alcune volte ancora ridicole (tutti eufemismi per non usare termini più pesanti), lo sanno ormai non solo gli italiani ma anche gli osservatori all’estero.
Del resto tutti sbagliano e chi dice di non aver mai sbagliato mente. Ma certe volte gli errori non c’entrano, c’entrano i complotti e le azioni contro un intero popolo. È quì che c’e’ da preoccuparsi.
Dunque che pure il 7 Marzo sul sito del Corriere appaia una gran bella bugia non è una novità.
La novità, come vedremo, è che il Corriere della Sera dimostra di essere entrato in un giro pericoloso e criminale, di portata internazionale, orchestrato da Israele e che in questo momento si oppone persino alla posizione ufficiale degli Stati Uniti.
Insomma, il Corriere questa volta si supera divenendo la punta dell’ariete della corrente più guerrafondaia israeliana, quella che vorrebbe un attacco all’Iran. Idea che persino il presidente Obama respinge e lo ha dimostrato negli ultimi colloqui sul nucleare, mostrando di volere, almeno in apparenza, una soluzione pacifica del contenzioso con l’Iran.
Ma il Corriere si mette coi guerrafondai ed appunto vediamo il perchè.
L’articolo intitolato “Il risveglio dell’Iran è molto vicino. L’Europa non può stare alla finestra” (http://www.corriere.it/opinioni/13_marzo_07/levy-risveglio-iran-molto-vicino_ec0953de-86fe-11e2-82ae-71d5d7252090.shtml)
e firmato da Bernard-Henri Lévy, (e non bisogna aver studiato etnologia a Harvard per capire da quale pulpito e da quale corrente di pensiero proviene la firma) sostiene, in poche parole, che in Iran ci sarebbe una primavera sotto le ceneri e che per le prossime elezioni presidenziali ci saranno nuove azioni contro “la dittatura” e, ultima cosa, invita l’Europa ed il mondo intero ad intervenire a favore del popolo iraniano che vorrebbe liberarsi da un “regime barbaro”.
Allora, le delucidazioni da dare sono queste.
1) Benard Henry Levy, BHL, fantomatico e ricco pensatore ebraico sefardita francese, è da sempre uno dei più acerrimi sostenitori delle politiche oltranziste israeliane nel mondo. Nato in Algeria, è interessante sapere che ebbe un qualche ruolo, in realtà mai chiarito ma accertato, nella realizzazione del film blasfemo “L’innocenza dei Musulmani” che scatenò un putiferio nel mondo islamico e settimane di tensione tra Islam ed Occidente.
2) L’articolo in questione è praticamente la ripetizione, per filo e per segno, di un discorso dello scorso mese di Ottobre di Avigdor Lieberman. Il 4 Ottobre, mentre le sanzioni ‘criminali’ dell’Occidente all’Iran avevano indotto un temporaneo crollo del valore della moneta iraniana dinanzi alle valute straniere, Lieberman disse ”si avvertono gia’ i primi sintomi di una Primavera persiana che si manifestera’ in Iran con determinazione crescente l’anno prossimo con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali”.
In quell’occasione spiegammo molto bene cosa intendeva Lieberman. (http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/114537)
Domanda: Non trovate strano che Lieberman come Levy vedi questo presunto “risveglio” in Iran e che lo preveda proprio per il periodo delle elezioni presidenziali?
È solo un caso, è solo la dimostrazione che il Corriere pubblicizza quella che è praticamente la posizione del regime israeliano (anche se in apparenza a scrivere e’ solo un ‘pensatore’) oppure sia Levy che Lieberman sanno qualcosa che noi non sappiamo?
Il bello è che Levy, come Lieberman il 4 Ottobre scorso, chiede l’intervento dell’Occidente a favore di questa ‘presunta’ e ‘invisibile’ primavera persiana.
Altra domanda: Ma allora l’Occidente non vorrebbe nemmeno ingerire ed e’ la linea ‘israeliana’ quella di voler tirarlo con i capelli in una azione di destabilizzazione dell’Iran in stile Siria?
Dunque ora capite perchè diciamo che pure il Corriere è entrato in un giro e in un gioco pericoloso?
3) Nei mesi scorsi l’amministrazione americana ha comunque parlato di una nuova tecnologia. Del cosiddetto ‘internet in valigia’ che permette connessioni internet in ‘suolo nemico’ senza bisogno di usare la rete del paese. E le autorità americane non hanno nemmeno fatto mistero del fatto che la tecnologia sarebbe utile per luoghi come Teheran, dove con twitter ed i social network, nel corso delle ultime presidenziali, si tentò di creare a tutti i costi una rivolta.
4) Come ha dichiarato il Ministro dell’intelligence iraniano Heidar Moslehi ed il Capo di Stato Maggiore delle forze armate il generale Firouzabadì, per le prossime elezioni presidenziali l’idea di una parte oltranzista dell’Occidente, formata da Israele e dalle forze ad esso fedeli, è quella di destabilizzare l’Iran. Una campagna che avrà sicuramente anche sostegno mediatico e sin da ora pare che a dover fare ‘il servo dei sionisti’ in Italia il candidato principale sia proprio il Corriere della Sera.
5) Levy e Lieberman, ed il Corriere che da loro voce, stanno chiedendo all’Occidente di intervenire con forze militari o con operazioni d’intelligence o con entrambi quando in occasioni delle prossime elezioni presidenziali, in Iran, ci potrebbero essere disordini; disordini che come è facile prevedere, saranno orchestrati ed indotti non da iraniani ma da elementi stranieri. Quel “l’Europa non può stare alla finesta”, quindi non può ‘non intervenire” ha questo significato.
In questa situazione di crisi mondiale e disperazione per buona parte del popolo italiano, sostenere tesi di guerra, lanciarsi in un nuovo conflitto, perdere un partner strategico ed un paese amico come l’Iran non è certamente negli interessi dell’Italia.
E semmai lo fosse, quì la questione è scegliere tra due concetti opposti:
Guerra o Pace?
Dialogo o Violenza?
Gli italiani hanno il diritto di sapere e di scegliere l’opzione che preferiscono.
Il nostro dovere era solo quello di informare il popolo italiano sull’onestà e la professionalità di un giornale abbastanza famoso e importante come il Corriere e sui giri in cui si è andato a cacciare.
Inoltre, riferire che dimenticare certe uscite sarà un tantino difficile per il popolo iraniano che all’Italia, ed al Corriere della Sera, non ha mai torto un capello ed anzi, ha sempre voluto bene.