I Takfiri in Iraq hanno devastato la storia della Mesopotamia e le origini della civiltà europea
I Takfiri in Iraq hanno devastato la storia della Mesopotamia e le origini della civiltà europea – Riprendiamo in parte un vecchio articolo da noi pubblicato, dove mettevamo in guardia contro i pericoli del concetto di cultura euro-centrica, difeso e fatto valere per secoli, che, pur essendo ormai inadeguato nell’attuale condizione dell’umanità, è ancora oggi duro a morire. Che la civiltà occidentale attraversi una crisi profonda è un dato di fatto, che la responsabilità della decadenza venga attribuita alla matrice euro-centrica è un dato accettato da pochi, pur ammettendo che ha ostacolato il dialogo tra civiltà diverse, perché ha impedito di capire gli altri, concependoli solo come oggetti da dominare e sfruttare oppure, nel migliore dei casi, da riscattare e redimere, ma ai quali ha negato e nega uno status di fondamentale uguaglianza.
I pochi che hanno scritto la nostra storia lo hanno fatto dalla parte dei vincitori e non dei vinti, spesso spinti dalla volontà di realizzare i loro piani che dalla ricerca di verità, dal desiderio di supremazia che dalla voglia di conoscenza, infarcendo la cultura accademica di pregiudizi, falsificazioni e saperi infondati, basati sul principio del “uber alles” che non sull’abbagliante evidenza di una omogeneità culturale, religiosa e filosofica tra Oriente e Occidente. Omogeneità combattuta sempre dalla cultura accademica, responsabile di molte falsificazioni, come quella relativa alla nascita della civiltà greca, vista come prodotto unico dell’Occidente, anche se il linguista Giovanni Semerano ha avuto il coraggio di affermare chiaramente che “Senza la Grecia d’Asia, terra di feconde esperienze e contatti caldei, la Grecia d’Europa non sarebbe mai stata la Grecia”.
Nella sua opera è disegnato l’ambito di una grande, antica unità culturale dei popoli del nostro continente, saldati in antica simbiosi con i popoli del Mediterraneo e con quelli del vicino Oriente. Sulla scorta delle antiche parole, ancora vive, è segnato il cammino della formazione culturale, “un vincolo di fraternità culturale lega da cinquemila anni l’Europa all’antica Mesopotamia, l’attuale Iraq, dove fiorirono le inarrivabili civiltà di Sumer, di Akkad, di Babilonia”. L’elemento di congiunzione tra Oriente e Occidente è Sargon: il fondatore della dinastia di Akkad, nel III millennio a. C. che giunse a sciacquare la spada nel Mediterraneo.
Lo scempio compiuto dai Takfiri
Non potevamo non ricordare queste parole nello scempio che i Takfiri, uomini empi, senza religione e coscienza, hanno compiuto in Iraq, nella terra dell’antica Ninive, mutilando la statua di Sargon e altri manufatti del patrimonio culturale mesopotamico a Mosul, ferendolo a morte e legittimando di fatto l’ignoranza che avalla quelle dottrine aggressive e razziste, che hanno segnato la storia del mondo tra Ottocento e Novecento, su cui ebbe tanta influenza la falsa teoria dell’indoeuropeo con la sua legittimazione del colonialismo e del razzismo.
Ecco perché è indispensabile ricordare Giovanni Semerano, scomparso a 94 anni nel 2005, che nei lunghi anni di studio con le sue opere ha operato una vera e propria Rivoluzione copernicana nel campo della linguistica, dimostrando innanzitutto l’infondatezza dell’Indoeuropeo, dopo 200 anni di indiscusso dominio. E’ stato merito suo, confortato dalla scoperta di Ebla, provare l’arrivo della cultura mesopotamica sul Mediterraneo, iniziando a scoprire etimologie di nomi fondamentali come Europa (Erebu, terra del tramonto), Asia (Asu, levarsi del Sole), Italia (Atalija, oscurarsi dal Sole), Roma (Ramu, gettare le fondamenta) e mille altri termini inspiegabili con l’indoeuropeo è arrivato finalmente al porto della verità.
Agli empi Takfiri e ai loro scempi opponiamo chi opera non per dividere ed imperare, nella realizzazione dei propri interessi, difendiamo chi percorre la strada di riprendersi la propria memoria e le proprie tradizioni e servirsi della conoscenza come chiave per smascherare pregiudizi, falsificazioni, saperi infondati e accademici, apprezziamo chi vede nelle opere di Giovanni Semerano, “Origini della cultura Europea”, “L’infinito: un equivoco millenario, Le antiche civiltà del Vicino Oriente e le origini del pensiero greco”, delle stelle che brillano perché esulano dalla cultura euro-centrica e “vogliono essere una chiara irradiazione di fraternità che dall’antico universo dei segni scritti o comunque tramandati, trae, con attenta auscultazione i segreti del mondo che fu alla base dei nostri avviamenti civili”.
Ai vandali Takfiri, seguaci di uno psicopatico al soldo straniero, che hanno raso al suolo numerosi luoghi religiosi e moschee in Siria e Iraq, molte delle quali appartenenti ai primi anni della civiltà islamica, distruggendo anche le tombe appartenenti a figure venerate sciite e sunnite, in nome di Allah, vada l’esecrazione di tutti e la condanna verso di loro, che offendono il nome stesso di Allah.
di Cristina Amoroso