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I Protocolli dei Savi di Sion

A distanza di 120 anni, I Protocolli dei Savi di Sion, considerati la prima opera della moderna letteratura cospirativa, sono ancora disponibili oggi, come un documento vero e proprio, sia su Internet sia in stampa in numerose lingue, nonostante siano da più parti descritti come “documento truffaldino usato come pretesto e giustificazione per l’antisemitismo nella prima metà del XX secolo” (Enciclopedia Britannica).

I Protocolli dei Savi di Sion, documentano il verbale di una riunione alla fine del 19° secolo di leader ebrei che discutono il loro obiettivo di egemonia ebraica globale, sovvertendo la morale delle genti e controllando la stampa e le economie del mondo.

Furono pubblicati in Russia nel 1903, tradotti in più lingue, diffusi a livello internazionale nella prima parte del 20° secolo. Henry Ford finanziò la stampa di 500mila copie che furono distribuite negli Stati Uniti nel 1920.

Adolf Hitler fece pubblicare il testo come se fosse un documento valido, anche se era già stato considerato un falso. Dopo che il Partito nazista salì al potere nel 1933, il testo divenne oggetto di studio nelle aule tedesche. Per lo storico Norman Cohn furono I Protocolli a suggerire ad Hitler la sua principale giustificazione per l’avvio dell’Olocausto.

Origini de I Protocolli dei Savi di Sion

Originariamente prodotto in Russia tra il 1897 e il 1903, probabilmente da Pyotr Ivanovich Rachkovsky, capo dell’ufficio di Parigi della polizia segreta russa, con i suoi 24 Protocolli ebbe tre edizioni in Russia tra il 1903 e il 1906 e servì come strumento degli ebrei capri espiatori, accusati dai monarchici per la sconfitta nella guerra russo-giapponese e la Rivoluzione russa del 1905. Dopo la Rivoluzione Russa del 1917, i russi bianchi fuggirono verso l’Occidente, trasportando questo testo che assunse un nuovo scopo.

Fino ad allora i Protocolli dei Savi di Sion, erano rimasti oscuri; erano ormai uno strumento per incolpare gli ebrei della Rivoluzione russa, un’arma politica usata contro i Bolshevikis raffigurati come ebrei soprattutto, presumibilmente l’esecuzione del “piano” incarnato nei protocolli. Lo scopo era quello di screditare la Rivoluzione d’Ottobre, impedire all’Occidente di riconoscere l’Unione Sovietica e portare la caduta del regime di Vladimir Lenin.

Dal 1921, quando per la prima volta il Times parlò di falsificazione, si sono succeduti molti autori a dimostrare il falso letterario oppure a utilizzare i Protocolli come fantascienza nel genere di letteratura, come Umberto Eco nel suo romanzo Il Pendolo di Foucault del 1988 e nel 1994 nel capitolo sesto, “Protocolli fittizi” in Six Walks in the Fictional Woods e nel suo romanzo Il Cimitero di Praga del 2010.

Il ruolo degli ebrei

I Protocolli sono ampiamente considerati influenti nello sviluppo di altre teorie del complotto, e riappaiono più volte nella letteratura di cospirazione contemporanea, come Rule by Secrecy di Jim Marrs, che esamina i segreti più gelosamente custoditi al mondo, tracciando la storia delle società clandestine e il potere che hanno esercitato – dagli antichi misteri alle moderne teorie della cospirazione. Egli dà la prova che i motori e gli agitatori del mondo colludono nascosti per avviare e fermare le guerre, manipolare i mercati azionari, mantenere le distinzioni di classe e censurare le notizie.

Alcune edizioni recenti affermano che gli “ebrei” raffigurati nei protocolli sono un’identità di copertura per altri cospiratori come gli Illuminati, i massoni, il Priorato di Sion, o anche, secondo l’opinione di David Icke, “entità extra- dimensionali”.

Chi ha fatto riferimento ai Protocolli

Non è questa la sede di seguire tutte le edizioni dell’opera nei vari Paesi che ne hanno seguito la storia e le implicazioni politiche e giudiziarie. Sta di fatto che i Protocolli di Sion hanno lasciato impronte contemporanee sulle teorie del Nuovo Ordine Mondiale. Dalla Seconda Guerra Mondiale i governi o i leader politici in molte parti del mondo non hanno fatto riferimento ai Protocolli.

L’eccezione è il Giappone, il Medio Oriente, l’Asia e il Sud America dove continuano ad essere presenti nella stampa. Nel Medio Oriente, un gran numero di regimi e leader arabi e musulmani li hanno avallati come autentici, tra cui le approvazioni dei presidenti Gamal Abdel Nasser e Anwar Sadat d’Egitto, una del presidente Arifs dell’Iraq, Re Faisal di Arabia Saudita e il colonnello Muammar al-Gheddafi della Libia. Nel 1988 la Carta di Hamas, movimento di Resistenza palestinese, afferma che I Protocolli dei Savi Anziani di Sion incarna il piano dei sionisti. Recentemente in questi anni ne hanno riconosciuto l’autenticità il Gran Mufti di Gerusalemme, lo sceicco Ekrima Sa’id Sabri e il ministero dell’Educazione dell’Arabia Saudita.

di Cristina Amoroso

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