I massacri israeliani non piegano Gaza
di Redazione
Un altro massacro di palestinesi si è consumato oggi. A Rafah, a sud di Gaza, un’intera famiglia palestinese è stata sterminata. Undici membri della famiglia Siyyam hanno perso la vita nell’intenso bombardamento dell’artiglieria israeliana. Sette sono le vittime tra i bambini e oltre 20 i feriti, ma potrebbero esserci altri caduti rimasti sotto le macerie. Ancora all’alba di oggi Israele ha lanciato un raid aereo a Gaza City, abbattendo l’abitazione di un altro leader di Hamas, ‘Emad Al-‘Alamiyy. Non ci sono stati feriti, ma il palazzo è andato in fiamme, quindi è crollato.
Nella giornata di ieri: 72 palestinesi sono rimasti vittima dell’aggressione israeliana sferrata contro Shaja’iyya. In totale 520 palestinesi hanno perso la vita in quest’operazione, ormai giunta alla sua seconda settimana, e denominata da Israele “margine di difesa”. Molti non sono stati ancora identificati, le immagini raccontano di un massacro e riportano alla mente quelle terrificanti di un’altra mattanza israeliana contro i palestinesi dei campi in Libano di Sabra e Shatila dove, come è accaduto ieri, non si permise di recuperare i feriti, né i corpi e si aprì il fuoco anche sui soccorsi. Nessuna tregua di due ore sarebbe stata concessa ieri. Il numero dei feriti è di 3,170 molti dei quali versano in gravi condizioni.
Decine sono le case bombardate e abbattute nell’attacco di ieri. “Abbiamo lanciato l’attacco contro Shaja’iyya per permettere il recupero dei nostri soldati feriti”, sostengono in ambienti militari israeliani, mostrando totale indifferenza per i principi che dovrebbero regolare i conflitti armati, qualora si applicassero al contesto, che dispongono una proporzione tra azione e reazione. Evidentemente l’isteria militare ieri ha prevalso tra la leadership israeliana.
Questa mattina altri soldati israeliani sono rimasti feriti negli scontri con la resistenza palestinese sulle linee di confine con Gaza. Fonti militari israeliane riferiscono di numerosi militari rimasti feriti, 26 solo questa mattina, 4 di essi in modo grave e si conferma il dato su quelli uccisi: 14. Dopo la notizia della cattura del soldato israeliano Shaul Aaron, avvenuta nel corso degli scontri ad Tuffaha, ad est di Gaza, questa mattina giunge la conferma del decesso del comandante delle Brigate israeliane Ghassan ‘Aliyan, rimasto gravemente ferito nella stessa area di scontri.
Il portavoce di Al-Qassam, Abu ‘Obeida ha fornito alcuni dettagli delle operazione: “I veicoli militari israeliani sono rimasti intrappolati su un sentiero minato. I nostri combattenti hanno bloccato due mezzi e hanno aperto il fuoco sui militari che si trovavano al loro interno”. Tutta la zona sul confine ad est di Gaza è teatro di scontri ancora in corso. La resistenza di Al-Qassam, sostiene di aver distrutto questa mattina altri veicoli militari israeliani.