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Unione Europea, firmato il piano militare

Quella del 21 Marzo 2024 potrebbe essere una data storica, una di quelle date che fanno da spartiacque tra un prima e un dopo. Quello che è stato firmato dai 27 Paesi dell’Unione Europea si chiama “Piano per la preparazione militare-civile rafforzata”. Di cosa si tratta? Nonostante le mezze parole e la reticenza di Giorgia Meloni, è di facile comprensione.

Unione Europea si prepara alla guerra?

Si tratta di preparare il continente all’ipotesi di una guerra; prima erano solo parole al vento, adesso ci sono le carte e le firme dei politici che, in piena fregola, hanno voglie di “menare” la mani contro qualcuno; primo della fila quell’Emmanuel Macron in cerca di riposizionamenti e di leadership nel vecchio continente. È un piano di emergenza da mettere in atto in caso di attacco militare. Da parte di chi? Non è dato sapere.

“Preparazione militare-civile rafforzata, nonché coordinata e di una gestione strategica delle crisi nel contesto dell’evoluzione del panorama delle minacce [..] rafforzare la preparazione e la risposta alle crisi in un approccio che tenga conto di tutti i rischi e di tutta la società in vista di una futura strategia di prontezza”. Insomma, dove vogliano andare a parare i politicanti dell’Unione Europea vogliosi di entrare in un conflitto che non riguarda uno Stato Europeo, appare chiaro.

Josep Borrell, acqua sul fuoco

Forse ci si è resi conto del piano inclinato su cui si è finiti, fatto è che Josep Borrel, alto rappresentate per la politica estera ha precisato che: “Non bisogna impaurire la gente, la guerra non è imminente, non dobbiamo esagerare, sosteniamo l’Ucraina e ci prepariamo al futuro aumentando le nostre capacità militari”. Quindi, aumentando la spesa nel comparto militare a discapito del sociale.

Si tratta di utilizzare i soldi congelati per mandare altre armi in Ucraina, questo nella mente dei 27 si tradurrebbe in tre miliardi di euro da spendere per l’acquisto di equipaggiamenti militari da inviare a Kiev. Questo è stato confermato anche dalla presidente Ursula von der Leyen al termine della giornata del vertice, con un plus: la banca europea per gli investimenti è invitata ad adattare la sua politica creditizia nei confronti dell’industria militare.

Macron tra voglia di guerra e ricerca di leadership

L’elefante nella stanza, però, sono state le parole del presidente francese che nei giorni scorsi era arrivato ad ipotizzare l’intervento di soldati europei in territorio ucraino che, ripetiamo, non è un Paese Nato. La sparata è stata poi modificata con una parziale retromarcia, anche se la puzza di bruciato è rimasta nell’aria. Oggi, un intervento di militari europei non è più un’ipotesi da scartare e le parole di Charles Michels non lasciano trasparire niente di buono: “Se vogliamo la pace prepariamoci alla guerra.”
Macron cerca di prendersi anche le leadership dell’intera unione vista la figura in campo bianco di Oliver Scholtz, cancelliere sbiadito della Germania che in ogni caso non si tira indietro preparando i civili ad un possibile conflitto, dotando il territorio di sirene d’allarme e costruendo bunker e rifugi sotterranei.

di Sebastiano Lo Monaco

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