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Usa, vince comunque la Macchina da Guerra

Aspettare i risultati delle elezioni presidenziali statunitensi è come aspettare di scoprire se il serial killer dalla faccia sorridente colpirà con la mazza da baseball o con la sbarra di ferro. Chi poi si preoccupa della stabilità degli Usa, consideri che il sistema elettorale americano è altamente e profondamente imperfetto tale da permettere imbrogli da entrambe le parti, ma riconoscere sempre il vincitore.

Vince la macchina da guerra

La principale compagnia di profitti della guerra, la Boeing, fin da luglio, ha dichiarato che sarebbe stata felice indipendentemente dai risultati delle votazioni del 3 novembre. I produttori di armi hanno investito denaro nelle campagne di entrambi i candidati e sanno bene che non importa chi vincerà le elezioni presidenziali, dal momento che sanno di vincere indipendentemente dal vincitore.

Vincere per i plutocrati di guerra significa diventare miliardari commerciando armi, uccidendo persone e vendendo i loro organi, ma il loro male è completamente invisibile all’esame dei mass media che informa il modo in cui le persone pensano, agiscono e votano. I profittatori della guerra versano denaro in campagne politiche, think tank, pubblicità sui mass media e altre operazioni di gestione narrativa che hanno il risultato diretto di una maggiore violenza militare di massa e di un maggiore sostegno pubblico, ma raramente vengono criticati per quella depravazione, figuriamoci per la loro responsabilità. 

Mentre i loro leader promuovono ideali di “democrazia”, “libertà” e “diritti umani” il complesso militare-industriale del regime Usa continua a funzionare in politica estera brutalizzando chi osa disobbedire ai suoi dettami e reprimendo la propria popolazione con misure sempre più autoritarie.

Elezioni Usa 2020: peggior risultato con un sistema elettorale imperfetto 

Entrami i partiti americani tradiscono costantemente manipolando le elezioni e tuttavia riconoscono legittime ogni elezione, anche durante i bizzarri momenti della battaglia come quelli di Bush e Gore in Florida. Si accetta con saggezza che entrambe le parti possono e vogliono imbrogliare, ma riconoscere il vincitore è fondamentale per la stabilità americana.

Il problema in questione nel 2020 sta nel fatto che le parti segnalano l’una all’altra che non riconosceranno il vincitore, mostrando così il risultato peggiore delle votazioni statunitensi.

Appena un giorno prima del voto, l’estremista suburbana Nancy Pelosi ha dichiarato che la Camera è pronta a decidere chi diventerà presidente se le elezioni saranno “contestate”. In altre parole, sono pronte a far diventare burocraticamente Biden Presidente degli Stati Uniti. Questo tipo di retorica potrebbe avere grandi conseguenze per gli Usa.

Con le schede ancora da conteggiare, Trump afferma, nella solita sua esagerata sicurezza, che il suo gruppo “francamente ha vinto queste elezioni” e sta già progettando di ricorrere alla Corte Suprema. Finora le minacce sono rimaste incentrate sull’uso di procedure a livello burocratico l’una contro l’altra, ma con i Black Lives Matter, gli Antifa e altre forze di attivisti già in strada in attesa di ordini, si potrebbe gettare benzina sul fuoco in ogni momento. La violenza a livello non organizzato è già iniziata con l’accoltellamento di quattro sostenitori di Trump, tre uomini e una donna, portati in ospedale con ferite da coltello non gravi, ricevute in una rissa vicino alla Casa Bianca.

Una forte vittoria avrebbe garantito forse una stabilità almeno per quattro anni, mentre il risultato che stiamo vedendo in questo momento è un terreno fertile per un’azione simile a Color Revolution. 

Elezioni e tensioni

Le elezioni statunitensi si stano svolgendo in uno scenario ricco di tensione degno di un clima sudamericano. Le città si blindano. A Washington i negozi sbarrano le vetrine e una rete è stata eretta a protezione della Casa Bianca, mentre aumenta massicciamente la vendita di armi e di prodotti in scatola in previsione degli scontri post-elettorali.

Manifestazioni e tensioni anche a New York dopo l’Election Day. Fox News parla della protesta pacifica di centinaia di persone che hanno chiesto venga “contato ogni voto” dopo l’annunciato inizio della battaglia legale di Donald Trump per bloccare lo spoglio elettorale in alcuni Stati. Poi sono iniziati i disordini. In un tweet il New York City Police Department ha confermato l’arresto di “oltre 20 persone” che hanno tentato di “sabotare una protesta pacifica appiccando incendi, gettando uova e spazzatura a Manhattan”. “Non può essere tollerato e non sarà tollerato che vengano portate armi alle proteste pacifiche”, si legge in un altro tweet con le immagini del materiale sequestrato. Nelle immagini diffuse dalla Tv anche una bandiera americana data alle fiamme tra lanci di bottiglie e molotov.

di Cristina Amoroso

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