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Sudafrica: “Nelson Mandela e la Palestina, confrontare il razzismo fino alla liberazione”

Dal 3 al 5 dicembre scorso a Johannesburg, in Sudafrica, organizzato dalla Global Campaign to the Return to Palestine, in occasione del decimo anniversario della morte di Mandela, si è tenuto il V° Convegno mondiale di solidarietà con la Palestina, dal titolo “Nelson Mandela e la Palestina, confrontare il razzismo fino alla liberazione”.

Il Convegno, al quale hanno partecipato 130 ospiti internazionali provenienti da 47 diversi Paesi, tra i quali l’Italia, e in cui erano presenti anche delegazioni di Hamas, del Jihad Islamico, di Fatah, del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, di Hezbollah e di Ansarullah, è stato inaugurato dal discorso di Mandla Mandela, nipote dell’ex Presidente del Sudafrica. Di seguito la traduzione integrale delle sue parole.

Nel Nome di Dio Clemente e Misericordioso

Coordinatore generale della Global Campaign to the Return to Palestine (GCRP)Shaykh Yusuf 

Shaykh Adib

Membri esecutivi della GCRP

Ministri e diplomatici,

Movimenti della Resistenza Palestinese

Reti di solidarietà internazionale,

Veterani della lotta palestinese,

Membri del Parlamento,

Membri del Corpo Diplomatico,

Veterani della lotta sudafricana,

Dirigenti dell’Alleanza,

Membri di ANC, SACP, COSATU e SANCO,

Rappresentanti delle organizzazioni religiose,

Compatrioti in armi provenienti dall’Africa, dall’Asia, dall’America Latina, dal Nord America, dall’Europa e dal Medio Oriente,

Membri del comitato organizzatore locale,

Anziani, fratelli e sorelle,

Signore e signori,

Compagni e amici

Molweni, Dumelang,

Buongiorno,

Assalaamu alaykum wa rahmatullahi wa barakatuhu.

Che la pace e le benedizioni di Allah siano con tutti voi.

Pace e benedizioni discendano sul nostro nobile Profeta Muhammad, sulla sua Famiglia e sui suoi giusti Compagni.

La pace sia sulle anime dei martiri della Palestina attraverso le generazioni, i cui sacrifici ci riuniscono qui nella solidarietà e nella determinazione di porre fine all’ingiusta occupazione e nel ripristinare la giustizia.

A nome di mia moglie, dei miei figli, di mia madre e di tutta la nostra famiglia, la Casa Reale di Mandela (RHoM) e della Global Campaign to the Return to Palestine (GCRP), cogliamo l’occasione per darvi il benvenuto nel nostro amato Paese, il Sudafrica, onorando la memoria del decimo anniversario della scomparsa della nostra icona globale di giustizia, pace e dignità umana per tutti, S.E. il Presidente Nelson Rolihlahla Mandela, campione della lotta palestinese e servitore dell’umanità.

Vi diamo il benvenuto in Africa, il continente dove 54 paesi furono occupati dalle potenze coloniali e dove abbiamo combattuto lunghe e aspre guerre di liberazione. Per grazia di Allah Onnipotente, 53 popoli hanno raggiunto la libertà nel corso della nostra vita. Anche noi isseremo la bandiera di una Palestina libera e raggiungeremo la libertà nel corso della nostra vita.

Innanzitutto rendiamo grazie e lode all’Onnipotente per l’opportunità di ospitare così tanti illustri leader provenienti da più di 70 paesi che hanno viaggiato per lunghe distanze per essere con noi in questo Quinto Convegno Internazionale di solidarietà con la Palestina in onore del decimo anniversario della scomparsa del Presidente Mandela. Marceremo insieme finché la Palestina non sarà libera.

Mio nonno Madiba e tutti i quadri dirigenti dei nostri movimenti di liberazione sorridono oggi perché il mondo ha reagito alla difficile situazione del popolo palestinese. Salutiamo tutti coloro che oggi partecipano virtualmente ai nostri lavori: siete presenti e apprezziamo il vostro sostegno.

Rendiamo omaggio agli eroi di Gaza e di tutta la Palestina occupata: anche le macerie e i cumuli di pietre gridano a sostegno di questa giusta lotta.

Fratelli e sorelle, compagni e amici;

Questo Quinto Convegno di Solidarietà Internazionale con la Palestina e la Global Campaign to the Return to Palestine (GCRP) non sono né un gesto simbolico né una mera aspirazione. Sono al contrario radicati nella ferma credenza e convinzione che ogni palestinese abbia diritto alla sua terra e alla terra dei suoi antenati.

Ciò potrà essere raggiunto solo quando la Palestina sarà liberata dal flagello dell’imperialismo, dell’occupazione, dalle catene del razzismo e della repressione e dagli effetti di oltre 75 anni di catastrofe della Nakba che continuano a manifestarsi a Gaza e in tutta la Palestina occupata mentre parliamo!

Mi scalda il cuore vedere così tanti di voi presenti questa mattina e impegnati in quella che Madiba ha definito “la più grande questione morale del nostro tempo”. La Vostra presenza non è né casuale né accidentale. È un’espressione del massimo impegno per liberare al-Aqsa e tutta la Palestina occupata.

Salutiamo la resistenza in tutte le sue formazioni a Gaza, in tutta la Palestina occupata, Libano, Yemen, Siria e Iraq.

Salutiamo i nostri prigionieri politici che languono nelle carceri israeliane e ripetiamo l’appello di Ahed Tamimi affinché tutte le donne palestinesi che subiscono abusi nelle carceri dell’Apartheid di Israele vengano rilasciate immediatamente.

Questa mattina ci uniamo ai milioni di persone in tutto il mondo che sostengono la lotta palestinese e marciano per la libertà in Palestina in tutte le città del mondo, ispirandoci con rinnovata fede e fiducia nella giusta causa che ci riunisce qui collettivamente.

Fratelli e sorelle, compagni e amici,

Mentre onoriamo la memoria del Presidente Nelson Mandela in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa, ricordiamo le sue storiche parole secondo cui i “prigionieri” non possono negoziare: solo gli uomini liberi possono farlo.

Ha posto tre condizioni che hanno definito la nostra marcia verso la libertà. Queste tre condizioni sono rilevanti per la lotta in Palestina oggi come lo erano allora.

Oggi lanciamo un appello per il rilascio di tutti i prigionieri politici.

Oggi lanciamo un appello per il diritto al ritorno di tutti i rifugiati palestinesi nella diaspora.

Oggi lanciamo un appello per ripristinare la libertà politica in un unico Stato in cui tutti, musulmani, cristiani ed ebrei e le persone di ogni professione religiosa e non religiosa, possano vivere insieme in pace e armonia.

Facciamo questi appelli non ignari della lotta epica ed eroica che i mujahiddin stanno conducendo e i nostri pensieri e le nostre preghiere sono con loro. Siamo fiduciosi che alla fine trionferemo!

La nostra lotta è contro l’entità razzista sionista che ha frammentato lo Stato occupato della Palestina rendendolo irriconoscibile, con la chiara intenzione di sterminare tutti i palestinesi e usurpare la loro terra.

Ciò non è diverso dalle terre d’origine dei Bantustan create dal regime dell’apartheid in Sudafrica. Dobbiamo quindi porci la domanda: se la bantustanizzazione non era una soluzione per il Sudafrica, perché dovremmo sostenere e prendere in considerazione questo scenario atroce per la Palestina?

Compagni e amici! La nave della soluzione dei due Stati in Palestina è salpata da tempo e ciò che ne resta giace su cumuli di macerie. L’apartheid la stava semplicemente usando arbitrariamente e sistematicamente come uno stratagemma per rubare più terra ed espandere maggiori insediamenti illegali.

Chiediamo al Presidente Cyril Ramaphosa di abbandonare l’idea dei Bantustan per la Palestina; abbandonare lo sviluppo separato, il razzismo e l’apartheid nella Palestina occupata.

Libereremo al-Aqsa e tutta la Palestina occupata. Non molleremo finché non arriverà la vittoria.

Wa innahu la-qasamun law ta°lamuna azim (“e questo è giuramento solenne, se lo sapeste”, Corano, 56:76)… in effetti è un giuramento molto audace e coraggioso che facciamo alla presenza di Allah e con il sostegno di tutti coloro che sono qui riuniti oggi. La Palestina sarà libera, dal fiume al mare!

Unitevi a me ora nell’apertura di questo Quinto Convegno Internazionale in solidarietà con la lotta palestinese per la liberazione di tutta la Palestina occupata.

Traduzione IslamShia

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