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Hezbollah condanna le ingerenze Usa in Libano

di Giovanni Sorbello

Il movimento di resistenza Hezbollah ha attaccato il presidente americano Barack Obama, accusandolo di ingerenza negli affari interni del Libano e di voler trascinare il Paese nel caos.

“Stiamo lavorando con tutte le nostre forze per allontanare lo spettro di un conflitto nel nostro Paese, uno scontro che abbiamo rifiutato perché si tratta di un progetto sostenuto da Stati Uniti insieme ad Israele, per creare la discordia nella regione”, ha dichiarato ieri il capo del consiglio direttivo di Hezbollah, Sayyed Hashem Safieddine.

“Questo è il progetto americano contro la Siria e contro tutta la regione che ha lo scopo di fomentare divisioni e conflitti interni tra le comunità”, ha aggiunto.

“I nostri nemici con i loro strumenti ci attaccano ogni giorno e ogni ora, nel tentativo di colpire la nostra resistenza, mentre la nostra risposta è stata e lo è ancora, quella di rifiutare conflitti armati interni”, ha dichiarato.

“In Libano, ci troviamo ad affrontare il problema degli Stati Uniti che cercano di interferire su tutto e provano ad imporre la loro linea politica sul futuro del Paese”, ha concluso Sayyed Hashem Safieddine .

Gli Stati Uniti hanno sempre manifestato una forte influenza sulla vita politica libanese, basterebbe ricordare il ruolo che hanno ricoperto durante gli anni della sanguinosa guerra civile, al fianco dei loro fedeli alleati cristiano-maroniti delle Falangi. L’intervento statunitense in Libano si concluse drammaticamente, il contingente Usa abbandonò mestamente il Paese dei Cedri dopo aver subito violentissimi attacchi dalla neonata resistenza libanese, che provocarono la morte di centinaia di soldati Usa.

Di certo, quell’esperienza rappresenta ancora oggi un doloroso smacco per la credibilità militare degli Stati Uniti, un conto aperto che il Dipartimento di Stato non aspetta altro che chiuderlo. Se a queste motivazioni aggiungiamo il peso e la pressione israeliana sulla resistenza libanese di Hezbollah, capiamo bene il perchè di tanto interesse nel fomentare conflitti e divisioni.

Destabilizzare il Libano significherebbe mettere in difficoltà i “nemici” di sempre, coloro che hanno cacciato gli americani prima e gli israeliani dopo, quei “nemici” che hanno rimesso tutto in discussione, ma soprattutto, sono finiti i tempi in cui il Libano era terra di conquista, umiliaziane e terrore.

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