Hezbollah, in Siria fino alla vittoria
I reparti di Hezbollah rimarranno in Siria fino a che “ribelli” e terroristi non saranno distrutti. Lo ha dichiarato il Segretario Generale del “Partito di Dio”, Sayyd Hassan Nasrallah, parlando a Beirut durante la commemorazione di Hatem Hamadeh, il vice-comandante delle Rezvan Unit, le Forze Speciali di Hezbollah, caduto ad Aleppo nell’agosto scorso.
Nel suo discorso, il leader è stato chiaro nel denunciare la trama internazionale ordita dalle monarchie del Golfo, ed appoggiata da tante potenze straniere, per ridisegnare il Medio Oriente secondo le loro convenienze. Ma Nasrallah è stato altrettanto netto nel dire che Hezbollah non cesserà il suo impegno fino a che: “Gli artefici del progetto di disintegrazione non saranno sconfitti”.
La Resistenza libanese è universalmente riconosciuta (da Mosca per prima) come la componente più efficiente ed affidabile che si batte in Siria; fin dal 2012, anno d’inizio del suo impegno su quel teatro, la sua capacità operativa è stata riconosciuta determinante da tutti gli osservatori militari e dai vertici delle formazioni militari impegnate nella guerra siriana, e lo è più che mai oggi.
Le unità di Hezbollah sono state impiegate costantemente sui fronti più “caldi” ed alla testa delle offensive più importanti; per questo hanno pagato con centinaia di martiri il loro impegno, ma, pur rimanendo lontano dai riflettori com’è loro costume, sono state decisive per le sorti del conflitto.
Il motivo di questo impegno gravoso sta nella consapevolezza che è lì la testa del serpente, è lì che si decide la partita della Resistenza, è lì che si sconfigge il disegno criminale di chi ha messo a ferro e fuoco il Medio Oriente per perpetuare il proprio sistema di potere.
Nello sforzo finale che si delinea dopo anni di guerra durissima, accanto agli uomini di Hezbollah ci sono i Pasdaran inviati dall’Iran, e i tanti volontari accorsi perché consapevoli che ora è in Siria la principale battaglia della Resistenza
Da agosto, e in particolare sul fronte di Aleppo, oltre ad altri alti ufficiali di Hezbollah, sono caduti elementi delle formazioni di elite dei Pasdaran, come il maggiore Ali Nazari della 33^ brigata paracadutisti Al-Mahdi. Martiri nella battaglia contro l’imperialismo e la mostruosa aggressione perpetrata da esso in Medio Oriente, che sanciscono l’unione più salda che mai fra i Paesi dell’Asse della Resistenza, e la loro volontà di continuare la lotta fino alla vittoria.
di Redazione