Hezbollah: “Non sussistono le condizioni per eleggere un presidente che rappresenti tutti i libanesi”
“Le condizioni non sono ancora favorevoli per lo svolgimento delle elezioni presidenziali”, ha dichiarato ieri il vice capo di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, dopo che il Parlamento non è riuscito ancora una volta a votare per eleggere il nuovo presidente. “Non sussistono le condizioni per eleggere un presidente che possa rappresentare tutti i libanesi”, ha aggiunto Qassem.
Il quorum per l’ultima sessione è stata fissata la scorsa settimana, ma la coalizione dell’8 marzo – a cui appartiene Hezbollah – ha presentato 52 schede bianche, mentre il candidato del 14 marzo, il capo delle Forze libanesi, Samir Geagea ha ottenuto 48 voti, altri 16 voti li ha ottenuti Henri Helou e uno il leader del Kataeb, Amin Gemayel.
Qassem ha riferito che il suo partito ha boicottato la sessione per garantire che non avvengano complotti, considerando anche le forti ingerenze che giungono da diversi Paesi esteri, Israele, Arabia Saudita, Usa e Francia in testa.
Il funzionario di Hezbollah ha affermato che il modo migliore per eleggere un nuovo presidente sarebbe “per consenso”. “La natura del Paese e il suo sistema settario non consentono ad un gruppo di scegliere il presidente, quindi il modo migliore per eleggere un presidente è quello di raggiungere un accordo”, aggiunge il dirigente di Hezbollah. “Gli accordi di solito vengono raggiunti al di fuori della sessione per raggiungere le condizioni reciproche”, ha concluso Qassem.
In Libano c’è la piena consapevolezza che queste elezioni presidenziali hanno una valenza storica e strategica molto importante, e non solo per il Libano ma per l’intera regione. Tutte le realtà politiche si stanno giocando le proprie carte con estrema attenzione, la posta in palio è molto alta.