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Hezbollah: “La decisione delle monarchie del Golfo di inserire il movimento nella black list favorisce solo Israele”

di Manuela Comito

Mercoledì 2 marzo, gli Stati membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo Persico – Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti – hanno votato per l’inserimento di Hezbollah nella black list delle organizzazioni terroristiche. Nel corso della 33sima sessione del Consiglio dei ministri degli Interni arabi, i ministri hanno votato a favore dell’inserimento. Unica voce contraria quella del ministro dell’Interno libanese Nohad di al-Mashnouq.
I rappresentanti del movimento di Resistenza Hezbollah nel Parlamento libanese hanno avuto parole di dura condanna per la decisione presa dai Paesi del Golfo. La posizione del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Pgcc), definita “sconsiderata e ostile”, è stata oggetto di aspre critiche, soprattutto nei confronti dell’Arabia Saudita, considerata responsabile di questa decisione. I rappresentanti di Hezbollah hanno voluto sottolineare come le ‘argomentazioni’ utilizzate dai sauditi siano le stesse che da anni usa Israele nei confronti del movimento di Resistenza libanese, al punto da ritenere che questa ‘condanna’ formale e l’inserimento nella black list altro non siano che tentativi volti a consolidare i legami tra l’Arabia Saudita e Israele.

Hezbollah ha dichiarato che continuerà a denunciare il regime saudita per le sue violazioni in Yemen, Siria e Iraq e la sua stretta alleanza con l’entità sionista, che usurpa la Palestina da più di 70 anni. Anche il movimento di Resistenza libanese Amal ha espresso, attraverso il suo ufficio politico, la propria contrarietà all’inserimento di Herzbollah nella black list, ribadendo che esso è un movimento di Resistenza e che “tali accuse dovrebbero essere rivolte a quei gruppi che rappresentano una minaccia reale per la sicurezza nazionale. Gruppi ben noti per il reclutamento di giovani, per il contrabbando di armi ed esplosivi, e perché rappresentano il terrorismo militante e internazionale, che è la vera minaccia per tutto il mondo arabo”. Inoltre il movimento ha chiesto l’immediata revoca della decisione, sottolineando che nella ‘lista nera’ dovrebbe essere inserita l’entità sionista, che rappresenta il vero terrorismo.

In Libano, il capo del movimento Marada ha salutato Hezbollah come la “fonte di orgoglio per il Libano e gli arabi”. Mentre l’ex primo ministro libanese Salim al-Hoss ha condannato la decisione degli Stati del Golfo, sottolineando che essa serve gli interessi dei nemici della Palestina e minaccia l’unità del popolo libanese. Anche il movimento di Resistenza Palestinese del Jihad islamica ha condannato la decisione degli Stati del Pgcc, dichiarando che essa getta benzina sul fuoco e rappresenta una minaccia alla stabilità e alla sicurezza della regione, ed elogiando Hezbollah per il sostegno alla causa palestinese. Aspra condanna anche dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina che ha dichiarato che esportare l’ideologia takfiri e tentare la normalizzazione dei legami con l’entità sionista sono atti terroristici.

Di tutt’altra natura le reazioni in Israele. La notizia dell’inserimento di Hezbollah nella black list dei gruppi terroristici ha ricevuto il plauso e il favore sia degli esponenti politici che dei mass media. L’ex ministro degli Esteri del regime israeliano Tzipi Livni ha salutato la risoluzione come “un passo importante”, mentre il quotidiano sionista Maariv ha definito la risoluzione “un risultato che serve a Israele”.

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