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Israele sfida il Diritto Internazionale: l’Onu si indigna, la Bolivia agisce

di Manuela Comito

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Navi Pillay ha condannato l’offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza, definendola una “sfida deliberata” al Diritto Internazionale. Giovedì 31 luglio Pillay ha dichiarato che, nonostante i ripetuti appelli al rispetto delle leggi internazionali, esse sono state sistematicamente violate dal governo di Tel Aviv nella recente offensiva contro Gaza. “Il fatto che siano stati colpiti indiscriminatamente case, scuole, ospedali e sedi Onu non può essere considerato come accidentale. Mi unisco al mondo nel condannare l’aggressione che sta avvenendo a Gaza e, in particolare, l’uccisione di civili. Questo è sbagliato e sarà sempre sbagliato”.

Queste dichiarazioni, riportate da Press Tv, giungono dopo che mercoledì 30 luglio proiettili israeliani hanno colpito una scuola delle Nazioni Unite nel campo profughi di Jabaliya, nel nord di Gaza, provocando la morte di almeno 20 persone. La scuola dà rifugio a più di 3mila rifugiati palestinesi. Anche il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha condannato con forza l’attentato : “Niente è più vergognoso che colpire dei bambini mentre dormono. E’ scandaloso. E ‘ingiustificabile, e richiede responsabilità e giustizia “.

La Portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Bernadette Meehan, ha dichiarato: “Siamo estremamente preoccupati per le migliaia di palestinesi sfollati interni … non sono al sicuro nei rifugi dall’Onu a Gaza.” Inoltre, fa molto scalpore, in queste ore, un video diffuso da Aljazeera che mostra il portavoce dell’Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione) a Gaza, mentre piange dopo aver visto con i propri occhi il massacro sionista nella scuola delle Nazioni Unite . Nulla di più che frasi di circostanza, dal momento che tanta indignazione non ha portato, almeno finora, ad atti concreti contro il governo di Tel Aviv.

All’indignazione fatta solo di parole e di retorica, alle lacrime di impotenza, preferiamo il forte segnale politico del governo boliviano di Evo Morales che, come riporta Nena News, il 30 luglio ha stracciato il trattato con Israele firmato nel 1972 e che permetteva ai cittadini israeliani di entrare liberamente nel paese senza visto e ha dichiarato Israele “stato terrorista”. Morales ha annunciato la decisione affermando che l’attacco contro Gaza mostra che “Israele non garantisce i principi di rispetto per la vita e i precetti basilari del diritto che governano la coesistenza pacifica e armoniosa della nostra comunità internazionale”.

Più di 1.363 palestinesi sono stati uccisi e 7700 feriti dall’ offensiva di Israele contro l’enclave costiera dall’ 8 luglio. Le Brigate Ezzedine al-Qassam, l’ala militare del movimento di resistenza palestinese Hamas, sta lanciando attacchi di rappresaglia contro Israele. Fonti israeliane hanno confermato la morte di 56 soldati. Tuttavia, Hamas sostiene di aver ucciso più di 122 soldati finora.

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