Hashd al-Shaabi nel mirino di Israele
Una fonte vicina ai servizi di intelligence iracheni ha riferito che ci sono informazioni secondo cui le forze armate israeliane starebbero pianificando attacchi aerei contro i depositi di armi delle Unità di mobilitazione popolare irachene, meglio conosciute come Hashd al-Shaabi. In risposta a queste notizie, Moein al-Kazemi, un comandante di Hashd al-Shaabi, ha affermato che la forza è pronta a fornire una risposta “forte” a qualsiasi aggressione, avvisando il regime di Tel Aviv di non “giocare con il fuoco”.
A gennaio, durante una visita in Iraq, il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha lasciato intendere che il regime israeliano potrebbe lanciare attacchi contro le forze di Hashd al-Shaabi, che hanno svolto un ruolo chiave nella lotta contro i gruppi terroristici Daesh, aiutando il governo a liberare il Paese dall’aggressione di questi gruppi. Pompeo, nel corso di una riunione con il primo ministro iracheno Adel Abdul-Mahdi, ha chiarito che Washington non avrebbe reagito a possibili attacchi israeliani contro i combattenti dell’Hashd al-Shaabi.
Washington ha esercitato forti pressioni sul governo di Baghdad per porre fine alla collaborazione di Hashd al-Shaabi nella guerra contro l’Isil e per sciogliere l’esercito di miliziani sciiti che ha ricoperto un ruolo fondamentale nella guerra al terrorismo nel Paese del Golfo.
Le forze di Hashd al-Shaabi
Hashd al-Shaabi sono una forza popolare di enorme portata, che si è fatta carico del riscatto dell’Iraq quando le macchinazioni di potenze straniere e la corruzione di parte dell’apparato statale ereditato dalla lunga occupazione Usa stavano per mandarlo in pezzi.
Per questo, il loro peso politico va al di là della pur notevole capacità militare (oltre ad essere unità ben equipaggiate e ottimamente addestrate, hanno una fortissima motivazione che fa la differenza): si tratta di combattenti che nella dura battaglia che stanno conducendo per liberare il proprio Paese, hanno maturato sul campo la consapevolezza di chi è a favore del Popolo iracheno e chi sull’eterno stato di destabilizzazione ha fatto le proprie fortune, sia in patria che all’estero.
di Giovanni Sorbello