Hamas umilia Israele
L’obiettivo principale della disumana carneficina compiuta da Israele nella Striscia di Gaza, era quello di annientare Hamas. In oltre 15 mesi di massacri sono stati uccisi 47.300 palestinesi (70% donne e bambini), 11mila dispersi sotto le macerie, 19mila bambini sono rimasti orfani e distrutto l’80% degli edifici. Il risultato? Basterebbe osservare le immagini dello scambio di prigionieri tra Israele e la Resistenza palestinese, per capire la portata del fallimento israeliano. Immediatamente dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco, Hamas e le fazioni della Resistenza hanno ripreso il controllo dell’intera enclave costiera, supportate da un sostegno popolare mai visto prima.
A tal proposito, l’ex ministro israeliano di estrema destra, Itamar Ben Gvir, ha affermato che il ritorno dei palestinesi nella Striscia di Gaza settentrionale indica la vittoria di Hamas. Ben Gvir ha affermato che le immagini che mostrano decine di migliaia di palestinesi che tornano nella parte settentrionale della Striscia attraverso il corridoio di Netzarim, confermano la vittoria di Hamas e Israele ne esce gravemente umiliato. “Questa non è la vittoria totale; questa è la resa totale”, ha affermato ulteriormente, aggiungendo che Israele dovrebbe riprendere la sua guerra a Gaza.
Lunedì, i palestinesi hanno iniziato a ritornare a ciò che rimane delle loro case nel nord di Gaza, nell’ambito del cessate il fuoco entrato in vigore tra Israele e Hamas il 19 gennaio. Hamas ha definito il ritorno un grande trionfo per la nazione palestinese e il fallimento degli occupanti di costringere i gazawi a trasferirsi.
Lo stesso giorno in cui è entrato in vigore il cessate il fuoco, Ben Gvir si è dimesso dal governo del primo ministro Benjamin Netanyahu per esprimere la sua disapprovazione dell’accordo.
di Redazione