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Al-Sisi e la rinascita del nazionalismo arabo

Il capo dell’agenzia di intelligence del regime egiziano di al-Sisi, Abbas Kamel, alcune settimane fa ha visitato segretamente la Siria e ha parlato con alti funzionari siriani. La visita è stata significativa in quanto ha evidenziato un maggiore sostegno del Cairo a Damasco.

Stabilità politica e sicurezza, obiettivi principali di al-Sisi 

Il governo del presidente Abdel Fattah al-Sisi, che ha assunto il potere nel 2014, oltre agli sforzi per migliorare l’economia interna utilizzando misure di austerità e prestiti da parte dei creditori internazionali, si è concentrato sulla stabilità politica e della sicurezza come obiettivo essenziale. Sicurezza e stabilità sono le due parole chiave del presidente al-Sisi in molti dei suoi discorsi. Ciò dimostra che il leader egiziano è molto ossessionato dalla sicurezza e dalla stabilità politica del Paese. 

Dalla rivolta del 2011 che ha rovesciato l’Hosni Mubarak, il terrorismo si è espanso in Egitto e principalmente nella penisola del Sinai, causando enormi problemi alla sicurezza egiziana. Il governo ha risposto con diverse campagne militari, migliorando finora le condizioni di sicurezza nelle regioni colpite. Oltre al terrorismo, il governo egiziano ha problemi con le politiche del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il sostegno che offre ai Fratelli musulmani, etichettati come terroristi dal governo egiziano. 

Il confronto in Libia

L’Egitto, con le relazioni di livello più basso con la Turchia dopo l’arresto del presidente Mohamad Morsi, affiliato ai Fratelli Musulmani e favorito dalla Turchia nel 2013, ha ora ripreso il confronto con la Turchia nella Libia devastata dalla guerra, un vicino la cui instabilità influenza la sicurezza nazionale egiziana. Lo scontro tra le due parti sta nel fornire supporto militare alle parti in guerra. L’Egitto ora più che in qualsiasi altro momento si sente minacciato dalla Turchia. 

Il Cairo cerca ulteriore vicinanza con alcuni Paesi arabi come la Siria per stabilire alleanze con loro come parte di una strategia più ampia per contrastare più seriamente la Turchia per il bene degli interessi nazionali egiziani. Questa politica è stata adottata sin dall’inizio da al-Sisi, che ha avuto un approccio alla crisi siriana diverso da quello di Morsi, sebbene questo approccio abbia portato a una scissione nella politica di al-Sisi con il suo principale alleato regionale, l’Arabia Saudita. 

Ravvivare l’Arabismo; punto chiave politica estera di al-Sisi 

Anche se l’Egitto è un Paese etnicamente unito, la sua posizione geopolitica e la lingua araba rispetto alla sua storia lo mettono in difficoltà nel definire la sua identità dominante. Nel corso di vari periodi, i governi al potere hanno svelato nuove definizioni delle identità del loro Paese. Ad esempio, l’identità egiziana sotto Gamal Abdel Nasser era molto diversa da quella sotto Hosni Mubarak. 

Le esperienze passate dimostrano che ogni volta che il Cairo ha adottato le politiche nazionaliste arabe e ha preso decisioni nell’ambito di tali politiche, si è data maggiori possibilità di prendere iniziative e ha ottenuto maggiore sostegno e leadership tra gli altri governi arabi. 

Dopo la rivolta del 2011, l’istituzione governativa in Egitto è stata minata e, a causa di gravi problemi economici, il Paese è andato in relativo isolamento, costringendo il Cairo a concentrarsi esclusivamente sulla gestione delle sfide economiche e di sicurezza. Questa situazione è cambiata ora poiché l’amministrazione al-Sisi è riuscita a migliorare relativamente la situazione e a raggiungere gli obiettivi prefissati. Nella politica estera, l’Egitto passa alla cooperazione araba e nell’economia passa alla partnership africana. Inoltre, l’Egitto ha cercato investimenti in Germania e Russia mentre presiedeva l’Unione Africana.

La causa principale del passaggio economico dell’Egitto verso l’Africa è la consapevolezza della volatilità saudita ed emiratiana di sostegno al Cairo nell’ambito degli sviluppi regionali. Allo stesso tempo, il governo egiziano ha cercato di prendere l’iniziativa e di ridurre l’efficacia degli strumenti di pressione adottati dagli Stati arabi del Golfo Persico utilizzati contro l’Egitto in varie circostanze. 

Al-Sisi preme verso l’arabismo

Con il nuovo approccio, il leader egiziano preme verso l’arabismo con una mano aperta più ampia. Ora sta tentando di formare un’alleanza araba contro la Turchia. La Siria, in prima linea nella lotta contro la politica regionale turca, è stata la prima scelta egiziana per questa alleanza. 

La diversificazione dei partner militari siglando accordi sulle armi con la Russia e Stati Uniti e definendo una prospettiva economica basata sulla cooperazione con l’Africa fanno parte della nuova strategia egiziana. Questo ha principalmente lo scopo di staccare gli strumenti a pressione dalle mani di Riyadh e prendere l’iniziativa nel mondo arabo. Questa politica è accompagnata dagli sforzi per formare una coalizione araba per dichiarare la Turchia una grave minaccia per gli interessi politici e di sicurezza egiziani.

di Yahya Sorbello

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