Hamas rimane nella “Black List” dell’Ue
L’Unione Europea ha deciso che il movimento di Resistenza palestinese Hamas rimarrà nella “black list” delle organizzazioni terroristiche, e ciò in palese contrasto con quanto stabilito dalla sentenza del Tribunale dell’Unione europea che aveva stabilito, il 17 dicembre 2014, che la decisione di sanzionare Hamas sulla scia degli eventi dell’11 settembre 2001 non era fondata su solide valutazioni giuridiche, ma piuttosto sulle conclusioni tratte dai media e da internet.
Eppure, a tre mesi di distanza si è deciso di ignorare queste motivazioni e la loro ovvia conclusione; i ministri degli Esteri europei hanno presentato ricorso contro la decisione del tribunale e, fino al processo d’appello previsto fra 18 mesi, Hamas rimarrà nella lista nera delle organizzazioni terroristiche, come ha sottolineato con un post su Twitter Susanne Kiefer, portavoce del Consiglio Europeo.
Profondo rammarico e aspre critiche hanno espresso riguardo a questo provvedimento alcuni esponenti di Hamas. “Questa decisione contraddice completamente la sentenza del tribunale”, ha dichiarato venerdì 27 marzo Fawzi Barhoum, portavoce del movimento di Resistenza palestinese, aggiungendo: “E’ ingiusta e sbagliata perché la resistenza del nostro popolo è legittima; questa decisione incoraggia l’occupante (Israele) a perpetrare impunemente i suoi crimini. Respingiamo questa decisione e ne chiediamo la revoca, per rimuovere tutte le forme di ingiustizia contro il nostro popolo e contro Hamas”.
Poche settimane prima, il 19 gennaio, anche Sami Abu Zuhri, un altro esponente del movimento palestinese, aveva definito “immorale” il ricorso dell’Unione Europea. “L’insistenza dell’Ue nel voler mantenere Hamas nella lista delle organizzazioni terroristiche è un passo immorale, e riflette pregiudizio complessivo dell’Unione a favore dell’occupazione israeliana”. E aveva aggiunto che, agendo in questi termini, l’Ue fornisce a Israele “la copertura per i suoi crimini contro il popolo palestinese”.