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Hamas, capacità militari tra continuità e fermezza

Il movimento Hamas si sta preparando per la prossima fase di combattimento, alla luce della riabilitazione e del ripristino della sua organizzazione militare nella Striscia di Gaza, dopo l’incapacità dell’esercito di occupazione di smantellare le sue capacità militari e strategiche. La restaurazione consiste nel reclutare una nuova generazione di combattenti all’interno delle formazioni militari e nel colmare la carenza di leadership sul campo (i movimenti di Resistenza hanno una grande flessibilità nel colmare i vuoti organizzativi). Ripianificherà inoltre le sue operazioni militari alla luce degli sviluppi sul campo.

Per quanto riguarda le condizioni della rete di tunnel, che rappresenta una grave minaccia per l’occupazione ed è considerata una parte essenziale della strategia di Resistenza, è ancora in gran parte intatta nonostante gli sforzi israeliani per distruggerla. Dall’inizio dell’operazione di terra israeliana lo scorso anno, la Resistenza palestinese è stata in grado di resistere e adattarsi alle difficili circostanze che la circondano, e sta lavorando per sviluppare le proprie capacità militari in un modo che ha reso difficile per l’entità raggiungere i propri obiettivi militari o addirittura, raggiungere un’immagine di vittoria.

In questo contesto, il leader del movimento Hamas, Osama Hamdan, ha confermato che il movimento mantiene ancora una “elevata capacità” di portare avanti la guerra in corso con Israele, entrata nel suo dodicesimo mese. Ha aggiunto in un’intervista all’Agence France-Presse a Istanbul: “La capacità della Resistenza di continuare è elevata e continuerà”, sottolineando che “c’è stato un accumulo di esperienze e c’è stato il reclutamento di nuove generazioni”.

Centomila combattenti a Gaza

Secondo le stime, nella Striscia di Gaza ci sono 100mila uomini armati di varie fazioni militari e di sicurezza interna, tra cui un minimo di 30mila combattenti addestrati delle Brigate Izz al-Din al-Qassam (il braccio militare del movimento Hamas).

Ritornando alla dichiarazione di Osama Hamdan, ha sottolineato che: “Il numero delle vittime della Resistenza è molto inferiore a quello che ci si aspetta in una battaglia di queste dimensioni, livello e ampiezza”.

Hamas e fattori di resilienza sul campo

Nonostante le intense operazioni militari dell’esercito di occupazione, la Resistenza Islamica palestinese mantiene ancora i fattori di fermezza sul campo. I più importanti di questi fattori sono:

  • Continuazione di operazioni militari specifiche: nonostante la durata della guerra, le fazioni della Resistenza continuano a condurre operazioni specifiche che infliggono pesanti perdite all’esercito israeliano.
  • Continua autoproduzione di prodotti militari: la Resistenza sta ancora lavorando alla produzione di armi locali nonostante l’assedio impostole.
  • Rinnovare e cambiare le tattiche militari: la Resistenza continua a cambiare costantemente le sue tattiche, il che ha fatto perdere all’entità la capacità di prevedere i suoi movimenti e indebolire la sua efficacia di intelligence, dato che ogni volta che l’esercito si avvicina a dichiarare la sua occupazione di un’area a Gaza, è sorpreso da nuove operazioni che dimostrano che la Resistenza è ancora capace di fronte alla sua minaccia.
  • Resilienza e rinnovamento dei tunnel: Come accennato nell’introduzione, dall’inizio della guerra, l’occupazione ha lavorato per distruggere la rete di tunnel con molteplici operazioni militari, ma non è stata ancora in grado di eliminarla. Rappresenta una grave minaccia per l’occupazione, ed è considerata una parte essenziale della strategia della Resistenza e della sua capacità di adattarsi alle circostanze e alle sfide, oltre a svolgere operazioni militari, proteggere i combattenti della Resistenza e sviluppare le loro armi.

Resistenza salda sul terreno

Nonostante la significativa pressione militare e politica multilaterale, la Resistenza è ancora salda sul terreno e continua le sue operazioni militari di qualità, e si prevede che aumenterà nei prossimi giorni dopo aver riorganizzato la sua struttura militare. A livello politico, il movimento prosegue con trattative lunghe e complesse, ed è stato in grado di mantenere la sua forte posizione negoziale e le sue carte forti, come i prigionieri, che gli hanno conferito una forte influenza nel processo negoziale. In conclusione, il leader, Osama Hamdan, ha rivelato che il nuovo capo dell’ufficio politico del movimento, Yahya Sinwar, “invierà presto un messaggio diretto al popolo palestinese e al mondo”.

di Redazione

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