Una “guerra tra poveri” è il costo della crisi in Italia
Crisi – Dal 2007 il numero degli italiani disoccupati è sicuramente raddoppiato. Da allora, ma mai quanto adesso, i telegiornali italiani hanno troppo volte cercato di dar poca importanza a tali notizie per meglio distrarre il cittadino con programmi più soft, notiziette più lievi per scoraggiare le eventuali rivolte. Ma adesso nessuno può più far finte di niente, nessuno può ancora negare che alla fine dell’anno sono i numeri a far la somma.
Non è solo l’insicurezza del mondo del lavoro che ogni giorno conta ormai troppe vittime, quanto la mancanza stessa di lavoro, il bisogno disperato di portare qualcosa a casa per sfamare una famiglia, il malcontento nel vedersi amaramente arrivare quelle buste bianche da pagare. Nulla si può capire se non si vive o semplicemente se non si viene direttamente a contatto con gente che lo prova sulla propria pelle. Figuriamoci dunque gente che da troppi anni continua a ricoprire cariche così importanti da non aver nemmeno la minima idea della realtà che emerge non solo nelle strade ma comunemente nelle case di troppi italiani.
L’errore più grande consiste nel rapportarsi continuamente nel contesto italiano, eppure basta guardarci intorno ed accorgerci che casi di disperazione stanno accomunando ancora di più molti Stati europei: segno di un fallimento, quello di una Europa delle banche, che ha scritto nell’Euro un punto fondamentale dell’auto-distruzione di tutte le sovranità nazionali dei singoli Stati membri.
Dopo la “farsa” delle elezioni si è anche arrivati alla conclusione della scarsa validità delle stesse campagne elettorali. Mesi di dibattiti e promesse, piazze piene ed inciuci politici, per poi ritrovarsi al comando gente che, come nel precedente Governo tecnico, di tutto potrebbe far finta di vantarsi tranne che dell’elezione e del volere del popolo italiano..
Una “guerra tra poveri”, come viene spesso definito un conflitto tra due parti oppresse da una terza che nel loro conflitto ne trae solamente vantaggi, eppure conflitti sempre più frequenti che hanno richiuso in una gabbia le originarie certezze di famiglie ormai al lastrico e le speranze di giovani ormai sempre più a spasso e sempre meno sognatori.
di Redazione