Iran e la guerra sommersa lungo i suoi confini
Le pressioni e le ingerenze internazionali che la Repubblica islamica dell’Iran è costretta a subire da decenni, non si manifestano solamente attraverso embarghi e sanzioni, ma anche con vere e proprie azioni di guerra soprattutto lungo i suoi confini. Giornalmente esercito iraniano, polizia di frontiera, volontari Basij e Guardiani della Rivoluzione sono impegnati a contrastare i tentativi di infiltrazione di terroristi, contrabbando di armi e droga oltre agli attacchi contro le postazioni militari iraniane.
Nelle ultime 48 ore, le forze di polizia nella provincia sud-orientale dell’Iran del Sistan e Balouchestan hanno confiscato un grosso arsenale di munizioni e armi che un gruppo terroristico stava progettando di introdurre di contrabbando nel Paese, ha riferito martedì il comandante della polizia di frontiera, generale Qassem Rezaei. L’alto ufficiale iraniano ha dichiarato che le sue truppe del reggimento di confine di Saravan sono state messe in allerta dopo le notizie di un importante piano di contrabbando da parte di gruppi anti-iraniani, che comprendevano una spedizione di esplosivi.
Dopo aver aumentato le loro pattuglie nell’area, le forze della polizia di frontiera hanno rilevato gli intrusi e impedito loro di trasferire la spedizione dopo aver aperto il fuoco pesantemente. Secondo il comandante, le forze di sicurezza hanno confiscato nel corso dell’operazione una grande quantità di armi ed esplosivi, tra cui trappole esplosive, granate a propulsione a razzo (Rpg) e rispettivi lanciatori, mitragliatrici Ak-47 e vari tipi di bombe a mano.
Nel luglio 2017, le forze della polizia di frontiera iraniana hanno fatto irruzione in un deposito di armi sempre nella regione del Sistan e Balouchestan gestito dal cosiddetto gruppo terroristico Jaish al-Adl, confiscando fucili d’assalto e munizioni, inclusa una mitragliatrice pesante antiaerea da 14,5 mm.
La guerra lanciata dai Mojahedin-e Khalq
La polizia e le forze di sicurezza hanno avuto un discreto successo nel garantire la sicurezza nella provincia del Sistan e Balouchestan nonostante i suoi lunghi confini con il Pakistan e l’Afghanistan, il clima rigido e le vaste aree desertiche. Sull’altro fronte, lungo i confini tra Iran e Iraq, sono attivi gruppi terroristici legati ai famigerati Mojahedin-e Khalq (Mko).
Il noto gruppo è anche responsabile dell’uccisione di migliaia di civili e funzionari iraniani dopo la vittoria della Rivoluzione islamica del 1979. Più di 17mila iraniani, molti dei quali civili, sono stati uccisi per mano del Mko in diversi atti di terrorismo, tra cui attentati in luoghi pubblici e omicidi mirati. Washington e l’Unione Europea hanno rimosso l’Mko dai loro elenchi delle organizzazioni terroristiche. Questi mercenari continuano a godere della piena libertà di svolgere attività negli Stati Uniti e in Europa, e di tenere incontri con funzionari americani ed europei.
di Giovanni Sorbello