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Guerra in Ucraina: a chi interessa riaccenderla?

La guerra in Ucraina è un conflitto tutt’altro che risolto; è uscito da tempo dall’attenzione dei media perché ha svolto la funzione che gli era stata assegnata, dare il pretesto per rinfocolare la contrapposizione con la Russia, ma ha molti sponsor, sia interni al Paese che esterni, che usano quel conflitto per perseguire i propri interessi.

guerra in ucraina a chi interessa riaccenderla

L’esistenza di un’area di crisi sempre pronta a degenerare, è preziosa per quel blocco di interessi che, attraverso essa, ha centrato più obiettivi: rilegittimare la Nato, il braccio operativo con cui gli Usa controllano i propri alleati/sudditi, che con la fine della Guerra Fredda insieme al suo nemico aveva perso la sua stessa ragione d’essere; rafforzare la presa sull’Europa, spezzando quei legami con la Russia che avrebbero condotto ad una vasta area di cooperazione da cui Washington sarebbe stata esclusa; motivare una nuova corsa al riarmo sul Vecchio Continente, per la gioia della lobby degli armamenti.

È lo stesso blocco di poteri che dalla guerra in Ucraina, e dalla conseguente rinata contrapposizione con la Russia, trae potere e fondi praticamente illimitati: Agenzie Federali (Pentagono, Dipartimento di Stato, Agenzie d’Intelligence), industrie della Difesa e gli spezzoni del Congresso che ne sono largamente foraggiati, hanno tutto l’interesse a riesumare il mito del “nemico ad Est”. Ed è sempre il medesimo blocco che ha silurato i tentativi di distensione di Trump, costringendo la sua Amministrazione ad una precipitosa ritirata sulla questione.

Ma come detto, la guerra in Ucraina non ha solo sponsor esterni, anche (e soprattutto) gli attuali vertici del Paese sanno bene che dal perpetuarsi del conflitto dipendono le proprie fortune e la propria sopravvivenza. A Kiev è chiaro che le possibilità di riprendere il controllo del Donbass, a non parlare della Crimea, sono nulle, ma il fatto è che i tre anni di guerra hanno fatto la fortuna degli oligarchi, arricchitisi con i fondi destinati alla Difesa e con il fiume di denaro proveniente dai “donatori” occidentali, oltre che con il sistematico saccheggio di un Paese coperto dallo stato di crisi.

Per loro, la ventilata prospettiva di un riavvicinamento dell’Amministrazione Trump con il Cremlino, che ponesse realmente fine alla guerra in Ucraina, era una iattura da evitare a qualsiasi costo. Di qui le provocazioni ed il crescendo di scontri avvenuto lungo tutto il fronte nelle ultime settimane, allo scopo di sabotare ogni ipotesi di pace. Di qui lo stillicidio di omicidi dei capi separatisti, appaltati ad organizzazioni neonaziste e a mafie locali.

Riattizzare la guerra in Ucraina, per Poroshenko e compagni è l’unica strada per mantenersi in sella e far aprire ancora i cordoni della borsa ai propri sostenitori occidentali, sempre più restii a sovvenzionare quel latrocinio una volta ottenuto lo scopo di riproporre la contrapposizione con Mosca.

Al di là di stucchevoli parole di circostanza, dettate dalla necessità di mantenere un sostegno a un regime che comunque fa comodo a larga parte della comunità internazionale, è ormai assai chiaro a tutti che il sistema oligarchico ucraino, che ha nel Governo Groysman e nella Presidenza Poroshenko i suoi strumenti, ha saccheggiato il Paese facendo dell’Ucraina uno Stato fallito che si mantiene solo grazie agli aiuti internazionali (peraltro largamente rapinati).

Ma a parte il disastro sociale che ha devastato la società ucraina, e di cui agli oligarchi assai poco importa, essi hanno ben presente che solo una nuova guerra in Ucraina (meglio ancora se mascherata da aggressione) potrebbe salvarli puntellando (e alimentando) il loro sistema corrotto.

E se questo vale per loro, che comunque una fortuna se la sono fatta spolpando fino all’osso il loro Paese, vale ancor di più per tutti quei miliziani e i loro capi che la guerra in Ucraina ha catapultato a posti di comando e attraverso essa ingrassano. Kiev pullula di milizie e di sedicenti volontari (spesso in acerrimo contrasto con l’Esercito) che debbono tutto al conflitto senza il quale tornerebbero in un anonimato privo di sbocchi.

Come si vede, la guerra in Ucraina è un affare vantaggioso per molti e indispensabile per altri: potere, denaro, giustificazione geopolitica per i propri interessi ed altro ancora; un affare, però, che riguarda assai poco il Popolo ucraino che sostiene per intero il peso dei lutti, distruzioni e miseria generati dal conflitto. La truffa di Euromajdan è ormai chiara a tutti, ma i suoi frutti velenosi continueranno a germinare a lungo coltivati da chi ne ha tutto l’interesse.

di Salvo Ardizzone

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