Guerra finanziata con i soldi dei cittadini americani
Negli ultimi anni, le critiche rivolte all’Iran per l’impegno finanziario del Paese nel sostenere i suoi alleati nell’Asia occidentale sono state notevoli. I media occidentali hanno criticato specificamente l’Iran per il suo coinvolgimento nella guerra in Siria, con resoconti infondati.
Tempo fa, il Times ha pubblicato un rapporto esclusivo in cui avrebbe rivelato che il governo iraniano ha fornito 222 milioni di dollari di sostegno finanziario al gruppo della Resistenza palestinese Hamas tra il 2014 e il 2020, una rivelazione che mette in discussione le affermazioni gonfiate sulla spesa estera dell’Iran, poiché i numeri riportati dai media occidentali semplicemente non tornano se confrontati con gli importi effettivi che l’Iran ha stanziato per i suoi vari impegni esteri.
I critici occidentali sostengono che tale spesa, date le difficoltà economiche interne dell’Iran, rappresenta uno spreco di risorse che potrebbero essere meglio impiegate per affrontare i problemi urgenti del Paese. Tuttavia, questa critica trascura gli impegni finanziari ben più ingenti assunti dagli Stati Uniti nei loro “interventi” (aggressioni) militari nel mondo.
Guerra e propaganda anti-iraniana
Sebbene la presunta spesa dell’Iran rappresenti solo una frazione di quanto gli Stati Uniti hanno investito nelle guerre in tutto il mondo, la narrazione spesso descrive la strategia finanziaria dell’Iran come sconsiderata, ignorando i danni molto più grandi causati dall’eccesso di potere militare degli Stati Uniti.
Il coinvolgimento dell’Iran in Siria è spesso inquadrato dai media occidentali come un drenaggio insostenibile delle risorse del Paese. I presunti 30-50 miliardi di dollari stanziati per sostenere Assad, se divisi tra gli 83 milioni di cittadini iraniani stimati, ammontano a circa 361-602 dollari a persona. Questa spesa, anche se vera, impallidisce in confronto all’onere finanziario sopportato dai cittadini statunitensi a causa degli interventi militari del loro Paese. Inoltre, i fondi spesi dall’Iran in Siria rappresentano un impegno regionale a mantenere l’influenza e a contrastare le minacce esterne, in linea con i suoi interessi strategici nell’Asia occidentale.
Tuttavia, gli Stati Uniti hanno speso circa otto trilioni di dollari in guerre dopo gli attacchi dell’11 settembre, impegnandosi in conflitti in Afghanistan, Iraq, Siria e oltre. Questa cifra, secondo una ricerca del Watson Institute della Brown University nell’anno 2022, include stanziamenti di guerra diretti, l’aumento del budget del Pentagono, l’assistenza ai veterani e il pagamento degli interessi sui fondi presi in prestito.
Eccesso di potere degli Stati Uniti e le sue conseguenze regionali
Nonostante le ingenti somme di denaro spese dagli Stati Uniti per le guerre in Asia occidentale e centrale, i risultati sono stati ampiamente considerati un fallimento.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, durante un comizio elettorale a Laconia il 22 gennaio 2024, ha criticato l’esito degli interventi dell’esercito statunitense dopo l’11 settembre: “Abbiamo speso nove trilioni di dollari, ucciso milioni di persone… e cosa abbiamo ottenuto? Niente! Tutto ciò che abbiamo è morte e sangue”.
Se scomponiamo queste cifre, si arriva a circa 27mila dollari a cittadino statunitense, ovvero circa 54 volte in più a persona rispetto alla media del presunto bilancio iraniano, che ammonta a circa 480 dollari a persona.
Queste osservazioni riflettono la crescente disillusione del popolo americano, poiché anni di impegno militare hanno spesso portato a una maggiore instabilità e all’ascesa di gruppi estremisti come Daesh. Il costo umano è stato sbalorditivo, con decine di migliaia di soldati statunitensi e milioni di civili delle regioni interessate che hanno perso la vita.
Inoltre, l’eccesso di potere militare degli Stati Uniti ha prosciugato risorse nazionali che avrebbero potuto essere utilizzate per affrontare problemi interni. Gli otto trilioni di dollari spesi per la guerra hanno significato meno investimenti in settori critici come sanità, istruzione e infrastrutture, tutti in disperato bisogno di finanziamenti.
Mentre il complesso militare-industriale statunitense continua a trarre profitti, la classe operaia americana è costretta a sopportare il peso maggiore dell’onere finanziario, attraverso tasse più elevate e servizi pubblici ridotti.
Confronto costo della guerra per i cittadini
Confrontando il costo della guerra per i cittadini, il contrasto tra gli Stati Uniti e l’Iran è sorprendente. Per i cittadini statunitensi, l’onere finanziario di queste guerre è stato molto più grave, con miliardi di dollari dirottati dalle necessità interne verso iniziative militari straniere.
Il budget militare degli Stati Uniti è enorme, ma i benefici per i cittadini americani sono tutt’altro che chiari. Mentre alcuni sostengono che la presenza militare degli Stati Uniti all’estero sia pensata per garantire la sicurezza nazionale, molti considerano questi interventi inutili, soprattutto quando i costi superano di gran lunga i risultati.
Al contrario, la spesa dell’Iran fa parte di una strategia regionale più ampia. Il governo iraniano ha sempre sottolineato il suo sostegno ad Assad come una misura necessaria per proteggere la sua sicurezza nazionale e contrastare le minacce esterne, in particolare dalle forze sostenute dall’Occidente nella regione.
L’impegno dell’Iran nei confronti della Siria non è il riflesso di ambizioni imperialistiche, bensì una decisione strategica basata sui suoi interessi di sicurezza.
Una narrazione di ipocrisia
La narrazione che spesso emerge nei media occidentali è quella dell’ipocrisia. Mentre la spesa regionale relativamente bassa dell’Iran viene spesso criticata come un drenaggio insostenibile delle sue risorse, gli Stati Uniti continuano a impegnarsi in costosi e distruttivi interventi militari che abbracciano il globo.
Nonostante spendano molto di più e ottengano scarsi risultati concreti, gli Stati Uniti vengono spesso dipinti come una forza benevola che cerca di promuovere la democrazia e la stabilità, mentre l’Iran è dipinto come uno Stato canaglia che spreca le proprie risorse in conflitti esteri.
Questo doppio standard trascura il fatto che gli interventi degli Stati Uniti hanno spesso portato al caos e all’instabilità, rafforzando gruppi estremisti e creando conseguenze a lungo termine che continuano a influenzare l’ordine globale.
La spesa militare dell’Iran, d’altro canto, è mirata a preservare la stabilità regionale e a contrastare le minacce esterne. Mentre gli Stati Uniti hanno causato danni significativi attraverso il loro eccesso militare, le azioni dell’Iran sono una misura difensiva per proteggere la sua sovranità e influenza.
di Redazione