Grecia. Olli Rehn: “Memorandum necessario per salvare l’Eurozona e le banche europee”
In risposta a una recente interrogazione all’Europarlamento, presentata da Nikolaos Chountis, deputato di Syriza, il commissario europeo per i problemi economici e monetari e vicepresidente della Commissione Europea, Olli Rehn, ha spiegato le motivazioni delle drastiche misure imposte alla Grecia: “Nel 2010, quando la Grecia si vincolò con il Memorandum, l’obiettivo era quello di salvare le economie e le banche europee”.
Lo strumento giuridico del memorandum di intesa è un vero e proprio contratto internazionale con il quale le politiche economiche di Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro sono state poste sotto rigoroso controllo. Una forma coatta di commissariamento del governo di questi paesi, costretti ad attuare misure di austerity che si abbattono su stipendi, salari, pensioni e sull’occupazione, nonché sul patrimonio nazionale, con una vera e propria svendita di porzioni del territorio, di isole, ma anche di realtà strategiche come porti, aeroporti, infrastrutture, miniere.
L’intervento di Olli Rehn ha destato notevole malumore in Grecia, già particolarmente piegata dalle misure dei diversi memorandum imposti e già flagellata da un numero di suicidi esorbitante in una popolazione complessiva di circa 11 milioni di persone: sarebbero oltre settemila, negli ultimi due anni, quelli direttamente imputabili alla crisi.
Quasi due milioni di posti di lavoro sono infatti andati in fumo nell’ultimo biennio e con essi la possibilità di essere seguiti e assistiti dal servizio sanitario nazionale, dal momento che in Grecia il diritto a tale copertura è garantito solo a coloro che lavorano almeno 150 giorni all’anno. Pochi giorni fa, ad esempio, un sessantaseienne gravemente malato ha perso la vita dopo essersi visto rifiutare l’accesso agli ospedali per mancanza di disponibilità economica a sostenere i costi del ricovero e delle cure. Il Ministero, pressato dalle associazioni di volontariato che cercano di farsi carico delle persone indigenti, ha risposto semplicemente che non è possibile che gli ospedali accettino senza costi a carico del malato persone povere affette da patologie che avrebbero comunque portato alla loro morte.
A fronte dunque di una larga fascia della popolazione ridotta a rischio o sotto la soglia della povertà, il commissario Olli Rehn ha difeso l’operato della cosiddetta ‘troika’ (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea) e l’imposizione dei memorandum: la riduzione dei salari dei pubblici dipendenti ad esempio è stata definita un passaggio obbligato per la Grecia. Non solo: “in un paese con una forte contrazione dell’attività economica e un’elevata disoccupazione”, ha spiegato il Commissario, “i salari nel settore privato dovrebbero essere più facilmente adattati per aumentare la produttività, favorire l’assorbimento della disoccupazione, impedendole di diventare strutturale.”
La risposta di Rehn è dunque lapidaria in relazione ai memorandum, ritenuti necessari per salvaguardare il sistema bancario dei paesi membri dell’Eurozona e il cui prezzo è stato riversato sulle spalle della popolazione greca.
Il sostegno incondizionato alle istituzione europee e alla primazia della grande finanza internazionale dimostrato da Olli Rehn si era fra l’altro già palesato in concomitanza con lo scoppio della crisi a Cipro, quando le divergenze di opinioni e conseguentemente d’azione si erano maggiormente avvertite. La stampa internazionale aveva infatti parlato di ripetute divergenze fra Wolfgang Schäuble, allora ministro delle finanze tedesco, il quale tenuto conto del ridotto PIL cipriota considerava opportuna la fuoriuscita dall’Unione Monetaria del paese, e Mario Draghi, governatore della BCE, preoccupato del possibile effetto domino innescabile dalla fuga dall’Eurozona di un membro .
L’Eurozona, o più precisamente, il sistema bancario dell’Unione Europea Monetaria andava salvato o ogni costo: con un massiccio prelievo forzoso sui conti correnti, come accaduto a Cipro, piuttosto che con i memorandum attraverso i quali si è tradotta in realtà la gravosissima ricetta dell’austerity, con il suo strascico di disoccupati, poveri, affamati e morti suicidati.
Oggi l’ammissione di Olli Rehn toglie di mezzo ogni possibile ambiguità: la Grecia è stata vincolata dai memorandum per salvare l’Eurozona e le sue banche.