Grazie a chi ha creduto in noi
Sono trascorsi 12 mesi esatti dall’inizio di questa nostra avventura. Ci siamo imbarcati in questo nuovo viaggio armati dalla sola certezza di metterci al servizio di una causa. Non avevamo progetti o ambizioni particolari, sapevamo solo che bisognava partire e questo è bastato per non fermarci davanti ai tanti piccoli problemi e impedimenti che si sono presentati sul nostro cammino.
Il Faro sul Mondo ha compiuto un anno di vita, poco o tanto non abbiamo idea, forse per chi ha donato l’intera quotidianità un anno rappresenta un’eternità. Ma seppur stanchi e provati, siamo felici di essere arrivati fin qui e soprattutto di averlo fatto secondo le nostre idee e la nostra Fede. Non si tratta di una Fede religiosa o politica, bensì di una Fede che nasce dal nostro amore incondizionato per la vita e per tutto ciò che la rappresenta. Lo abbiamo fatto in silenzio, senza proclami o autoproclamazioni come succede spesso oggi. Non cerchiamo notorietà o inseguiamo interessi personali, abbiamo semplicemente messo la nostra esistenza a disposizione di una causa. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo con i fatti, e soprattutto continueremo a farlo in silenzio.
Questa terra ha bisogno di esempi nuovi, di gente pronta a dare senza aspettarsi nulla in cambio, di uomini liberi capaci di sacrificare i propri interessi (economici, personali o di semplice protagonismo) per in’idea, una causa comune. Bisogna partire dal basso, da noi stessi, dalla nostra esistenza, dall’esigenza di scommettersi e rischiare, con la consapevolezza che dovremo cambiare prima di ogni altra cosa, il nostro modo di affrontare la vita. Riusciremo a muovere le prime foglie, quando ognuno di noi sarà disposto a spendere o cedere un attimo della propria vita.
Cosa siamo disposti a sacrificare? Questa è la domanda che dovremmo porci tutti, nessuno escluso. Abbiamo tanti esempi di popoli che pur di mantenere la propria libertà sono capaci di sacrificare ogni bene e ogni affetto della propria vita. Questo è l’aspetto principale che ci ha portati a sostenere cause di popoli lontani da noi. In questo anno di attività la nostra realtà ha avviato progetti umanitari all’interno dei campi profughi palestinesi in Libano. E questa non è una scelta casuale. Ci sentiamo più vicini a chi pur non avendo più una casa, una terra e dei figli, continua ad avere la forza di combattere per riavere la sua casa, la sua terra e rendere onore al sangue dei suoi tanti figli, piuttosto che rappresentare un popolo che si è arreso incondizionatamente, si lamenta ma obbedisce al suo padrone e non è capace di sacrificare i propri interessi e le proprie certezze. La libertà ha un prezzo molto caro.
Concludiamo ringraziando di vero cuore da parte della redazione tutti coloro che in questo anno ci sono stati vicini e ci hanno sostenuto; ma permetteteci di ringraziare anche coloro che con le loro maldicenze, la loro invidia e la loro miseria hanno rafforzato la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta. Buon viaggio.