Grandi manovre a Sigonella
Continua il concentramento di truppe e mezzi a Sigonella, sempre più vista come base da cui gli Usa possono proiettare la propria politica di potenza su tutto il Mediterraneo, e soprattutto sul Nord Africa in ebollizione.
Mercoledì erano arrivate altre truppe speciali dei Marines e convertiplani Osprey, ora la Cnn ha annunciato che, a seguito del montare del livello degli scontri in Libia, è stato raddoppiato il numero degli aerei e dei mezzi. Il motivo ufficiale è quello d’essere pronti qualora si renda necessaria l’evacuazione del personale dell’Ambasciata di Tripoli, evitando il ripetersi dei fatti del 2012 a Bengasi, quando, nelle violenze suscitate dalle milizie integraliste, il consolato fu bruciato e trovò la morte l’ambasciatore Chris Stevenson ed altri funzionari.
La motivazione ufficiale potrebbe anche starci, quello che stride ancora e sempre è che una base militare in territorio italiano venga nei fatti ceduta ad una potenza straniera, perché la usi a discrezione per perseguire una politica di proiezione di potenza in nessun modo concordata, in spregio non solo della sovranità italiana, ma anche degli interessi che l’Italia ha nello scacchiere.
A tal proposito vorremmo ricordare brevemente alcune cose; primo: la rivolta contro Gheddafi, che ha visto in prima fila Francia e Inghilterra, con gli Usa dietro, non è stata originata dalla volontà di liberare il popolo libico da un regime oppressivo e corrotto, ma dalla volontà di scalzare l’Italia (e soprattutto l’Eni) da quelle fonti di petrolio e gas, come i fatti hanno poi ampiamente dimostrato.
Secondo: il sedicente generale Khalifa Haftar, a capo dei reparti che hanno assalito le milizie islamiche e la caricatura di Parlamento loro ostaggio, è notoriamente uomo del Pentagono, e dietro di lui, oltre che Washington (interessata a stabilizzare una situazione impossibile), si muovono diverse Major a Stelle e Strisce, con la voglia di poter finalmente mettere le mani sul gas ed il petrolio libici.
Appunto. Portando a compimento l’operazione iniziata nel 2011 e stoppata dal caos che ne è seguito.