Governo, pace fatta: fuori scudo penale, rimane condono
Per il governo giallo-verde si respirava aria di crisi, ma a quanto pare tutto è rientrato nelle ultime ore; dopo la sceneggiata messa in atto da Di Maio da Vespa che farneticava di “manine misteriose” e dopo che Salvini ha messo in chiaro come fossero andate le cose raccontando di un “Conte che dettava e Di Maio che scriveva”come nel film “Totò, Peppino e la malafemmina”, il governo presieduto dal prestanome Giuseppe Conte pare aver trovato la quadra e, soprattutto per i Cinque Stelle, la faccia dinnanzi all’elettorato riunito al Circo Massimo di Roma anche se molto rimane di indigesto sia per l’elettorato leghista che per quello grillino.
Il vertice politico a tre con Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ed il successivo Consiglio dei Ministri hanno sciolto i nodi che erano emersi nella maggioranza giallo-verde e dopo lo scontro tra Lega e M5S sulla paternità del condono pare essere scesa la pace; il risultato è che dal decreto fiscale verranno stralciate le parti sullo scudo penale, riciclaggio e capitali all’estero. Il testo definitivo è stato bollinato Lunedì 22 Ottobre.
Nel gioco delle parti e degli scambi interconnessi tra Lega e M5S, il partito del vicepremier Di Maio si è impegnato a ritirare la mole di emendamenti presentati sul decreto sicurezza; dall’altra parte la Lega di Salvini si è impegnata nello stralciare parte del decreto relativa allo scudo su riciclaggio ed autoriciclaggio che tanto mal di pancia aveva creato nella popolazione grillina, tanto che il premier Conte ha annunciato che non ci sarà nessuna causa di non punibilità escludendo anche la volontà di una possibile patrimoniale.
Tutti contenti allora? E’ presto per dirlo ma fatto è che sia La Lega che M5S cantano ognuno vittoria al proprio elettorato intonando osanna su quanto ottenuto: Salvini può tranquillizzare la sua base sulla legittima difesa visto che l’alleato si è impegnato a non fare proposte di modifica, mentre il M5S vuole velocizzare la sanatoria edilizia su Ischia, bacino elettorale di Di Maio, Salvini ha ulteriore motivo di esultare in quanto i 5Stelle avrebbero dato via libera alle misure più restrittive per la blindatura dei confini.
Salvini non nasconde la sua soddisfazione quando afferma di aver chiuso una settimana che poteva rivelarsi disastrosa per la maggioranza di governo: “C’è l’accordo per recuperare quello che c’era nel contratto e non aveva trovato spazio: il saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia, per le persone che versano in difficoltà economiche”. Anche Di Maio insiste sullo stesso punto: “Potenziamo lo strumento di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà. Abbiamo ribadito all’unanimità in Cdm che non c’è alcuna volontà di favorire chi ha capitali all’estero. Grazie a questo decreto nasce oggi uno Stato amico che aiuterà la parte più debole dei contribuenti”. L’accordo politico è illustrato dal presidente del Consiglio: “In sede di conversione di questo decreto legge troveremo una formulazione adeguata a tutti i contribuenti che versano in situazioni di specifiche, oggettive difficoltà economica”.
Nel corso della conferenza stampa il Premier Conte è poi tornato sulla “manina” citata da Di Maio: “L’articolo 9 del Dl è stato redatto nel corso di svolgimento del Consiglio dei ministri. Mi è stato portato un foglio, e si tratta di norme complesse e ho preferito riassumere i termini dell’accordo politico e non enunciare l’articolo parola per parola che, comunque, non avrebbe chiarito”.
Nel Consiglio dei Ministri si è anche fatto il punto sulla linea da tenere con Bruxelles visto che l’Italia è rimasta praticamente da sola a difendere la manovra, i presunti alleati di Salvini hanno fatto muro compatto dichiarando che per l’Italia non vi sarà nessuna concessione. Il ministro dell’Interno si vanta di avere alleati in Europa che appoggiano le sue politiche, salvo poi apprendere che di questi alleati nessuno è propenso a spendere una buona parola per le politiche migratorie ed economiche dell’Italia.
Tornando al vertice, Di Maio ha affermato che non vi sarà nessuna riduzione del deficit che resta fermo al 2,4% visto che una riduzione comporterebbe non osservare le promesse elettorali della cancellazione della Fornero e del reddito di cittadinanza; promesse che hanno dato la vittoria ai 5 Stelle al Sud ed alla Lega al Nord; Di Maio si è potuto così presentare raggiante alla festa del Movimento che si è tenuta al Circo Massimo annunciando all’elettorato grillino che non vi sarà nessuno scudo e nessun condono, possibilità che aveva creato non pochi malumori nella base grillina.
Se qualcuno pensava che il governo fosse ad un passo dalla caduta è costretto a ricredersi. Sia Di Maio che Salvini non hanno interesse a spezzare un legame che vede la maggioranza degli italiani felici delle politiche attuate sino adesso.
di Sebastiano Lo Monaco