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Governo Meloni e la corsa al riarmo

Il riarmo voluto dal Governo Meloni procede senza intoppi. Da quanto emerge vi sarebbe un progetto a firma Fincantieri riguardante l’installazione di piccoli reattori nucleari di quarta generazione su navi militari. Attenzione, si tratta di uno studio di fattibilità che prevede, già da adesso, delle cifre ben precise: 2,049 milioni di euro.

L’argomento della ricerca è stato voluto da Segredifesa con “l’obiettivo finale di testare le capacità tecnologiche nello sviluppo delle prossime costruzioni subacquee nazionali”. Non si parla apertamente di sottomarini nucleari ma non è nemmeno un’idea lontana.

Governo Meloni: Numeri e armi

Venendo allo stato dell’arte, dall’inizio della legislatura il Ministero della Difesa guidato da Crosetto ha trasmesso alla Commissione Difesa ben 27 nuovi programmi militari. Con parere sempre favorevole, la commissione con un onere finanziario pluriennale di 34,6 miliardi di euro e un impegno finanziario annuale per il 2024 e il 2025 tra i 700 e gli 800 milioni, si è impegnata per quindici programmi di riarmo con un onere totale di 22,8 miliardi di euro e un impegno finanziario di mezzo miliardo tra il 2024 e il 2025. A beneficiare di tale cifre saranno tutte le Forze Armate.

Buona guerra a tutti!

L’esercito si è assicurato il programma più costoso: 8,2 miliardi in totale con 100milioni nel 2024 e 170milioni nel 2025, con l’acquisto di 270 carri armati Panther e 270 blindati Flyer. Vi sono anche 21 batterie missilistiche semoventi a lunga gittata Himars (960milioni) e nuovi approvvigionamenti per rimpiazzare le armi mandate in Ucraina tra cui: una dozzina di lanciamissili spalleggiabili con un centinaio di missili antiaerei Stinger (808milioni), 900 missili anticarro Spike (92milioni). Vi è inoltre l’acquisto di un “video game,” un simulatore sparatutto per l’addestramento dei soldati (160milioni), ammodernamento delle caserme (1,5 miliardi) e l’acquisto di 2400 Jeep Wrangler (1,1 miliardi).

Anche l’aeronautica riceve la sua dose di “giocattoli” con 24 nuovi caccia Typhoon del consorzio Eurofighter di cui fa parte Leonardo (7,5 miliardi). Si tratta dei velivoli che nel 2010 vennero ritenuti superflui ed erano stati cancellati per risparmiare. Anche gli aviatori, come i soldati, potranno godere dell’ammodernamento delle basi aree (sei miliardi).

La Marina Militare è presente nelle spese della Difesa con due nuove fregate Fremm Evo (1,9 miliardi), missili aria-aria, bombe per gli F-35B prodotte dalla Lockheed Martin e dal consorzio Mbda di cui fa parte l’onnipresente Leonardo, (390 milioni). Vi è poi l’ammodernamento elettronico delle due fregate classe Doria (240 milioni), sempre ad opera di Leonardo.

Sono presenti anche i sottomarini U-212 classe Todaro in versione NFS, una nave per bonifiche fondali da ordigni inesplosi, tutto gentilmente fornito da Fincantieri. Anche i marinai avranno modo di godere del rinnovo degli arsenali (233 milioni) e delle basi navali (1,7 miliardi). Buona guerra a tutti!

di Sebastiano Lo Monaco

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