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Gli Usa vorrebbero imporre sanzioni contro Israele

di Manuela Comito

La notizia è clamorosa, molto, al punto da lasciare perplessi e increduli: gli Usa stanno prendendo in considerazione l’idea di sanzionare Israele se non bloccherà definitivamente l’espansione delle colonie nei Territori Palestinesi Occupati. Eppure è passata quasi in sordina sulla stampa internazionale, ripresa solo, per evidenti motivi, da Times of Israel, da Haaretz e dai media arabi, tra cui Al-Alam News Network. Tutto è partito dall’incontro tenutosi a Washington nel mese di ottobre tra Barack Obama e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, incontro durante il quale il leader israeliano ha esposto nuovi progetti di espansione delle colonie ma non ha ricevuto, come di consueto, il plauso del presidente Obama che, anzi, ha più volte ribadito come la colonizzazione della Cisgiordania e di Gerusalemme Est sia la causa principale dei continui fallimenti dei colloqui di pace.

Dalla Casa Bianca non sono trapelate indiscrezioni a tal proposito; l’addetto stampa Josh Earnest si è affrettato a rilasciare una laconica dichiarazione dove rifiuta di parlare di eventuali delibere interne e ribadisce i solidi rapporti tra Washington e Tel Aviv, e tuttavia non ha potuto esimersi dal definire “illegali” gli insediamenti israeliani nei Territori Occupati e dall’esprimere profonda preoccupazione per gli alleati. Anche Marie Harf, portavoce del Dipartimento di Stato, si è rifiutata di rilasciare dichiarazioni in merito: “Non ho ovviamente intenzione di commentare in un modo o nell’altro le delibere interne” ha dichiarato giovedì 4 dicembre, e aggiungendo: “Abbiamo chiarito la nostra posizione sulla questione degli insediamenti pubblicamente e non ci sono novità”.

Non si è, però, fatta attendere la reazione dura dei membri filo-israeliani del Congresso: Mark Meadows e altri 50 legislatori hanno invitato l’amministrazione Obama a chiarire la propria posizione in merito. La presenza e la continua espansione delle colonie nei Territori Palestinesi Occupati hanno finora vanificato tutti gli sforzi per raggiungere accordi di pace tra israeliani e palestinesi. Più di mezzo milione di israeliani vivono in più di 120 insediamenti illegalmente costruiti a partire dal 1967 dall’occupazione nei territori palestinesi della Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Fa riflettere che gli Usa, storico e fedelissimo alleato del regime di Tel Aviv, comincino a mostrare insofferenza riguardo alla scellerata politica espansionistica israeliana; ancora di più se si considera che le critiche di Obama non sono state mosse in un’occasione pubblica, dove occorre mantenere una parvenza di imparzialità (seppur falsa) ma durante un colloquio privato con il leader israeliano e che tali “critiche” abbiano scatenato la dura condanna dei membri filo-israeliani del Congresso.

Ciò che è opportuno, però, ricordare è che sono stati proprio i governi statunitensi, in passato come oggi, ad avallare le mire espansionistiche di Tel Aviv, al punto da porre sistematicamente il veto alle risoluzioni Onu contro Israele che avrebbero messo fine all’espansione delle colonie e posto le basi per un serio e solido avvio dei colloqui di pace.

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