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Gli Usa vendono “semi al veleno” non democrazia

di Cristina Amoroso

Quanti agricoltori, oggi in serie difficoltà di bilancio economico, sono ancora illusi che gli Ogm possano costituire l’alternativa agli enormi problemi derivanti dalle mancate promesse dell’agricoltura chimica e intensiva, pesantemente condizionata dall’uso di pesticidi ed altri fitofarmaci, responsabili di avere distrutto l’humus e la fertilità del suolo? Un modello di agricoltura che, sotto le camuffate spoglie della cosiddetta “rivoluzione verde”, già più di quarant’anni fa, creava le premesse nefaste della disfatta odierna di migliaia di agricoltori e che, a suo tempo, fu proposta e imposta dalle stesse multinazionali.

Sono le stesse multinazionali che oggi, replicando l’inganno, propongono gli Ogm quale nuova soluzione ai danni creati dall’agrochimica, usando ogni mezzo possibile derivante dal loro enorme potere raggiunto, scontrandosi contro ogni attivismo e consapevolezza che ha pur contribuito alla messa al bando dei prodotti Ogm e dei pesticidi che vanno con loro in diversi Paesi in tutto il pianeta. Solo gli ultimi due anni hanno visto milioni di persone da tutto il mondo riunirsi per mostrare la loro opposizione verso la Monsanto e le aziende simili. La “Marcia contro la Monsanto” è la prova evidente di questo. La gente di tutto il mondo sta iniziando a vedere attraverso il velo che ha coperto gli occhi alle masse per anni, e la nostra industria alimentare è una piccola, ma grande e importante area dove il velo viene sollevato.

Una voce persistente è che Blackwater (contractors militari privati), i cui problemi di reputazione l’hanno portata a cambiare il nome più volte, si è fusa con la Monsanto. Alla marcia di New York, un giovane mostrava un cartello che diceva: “Perché acquistare Blackwater se il tuo obiettivo è quello di nutrire il mondo?”. Se questa è solo una voce persistente, è un fatto che Wikileaks abbia rivelato ciò che ci è stato nascosto per anni.
I cables di Wikileaks hanno rivelato che il Dipartimento di Stato ha fatto pressione in tutto il mondo per la Monsanto, e per altre grandi aziende biotech. Hanno rivelato che i diplomatici americani hanno chiesto finanziamenti per inviare lobbisti dell’industria biotech ad incontrare politici e funzionari agricoli nei “Paesi di destinazione.” Questi Paesi includono l’Africa, l’America Latina e alcuni Paesi europei.

Un gruppo no-profit di tutela dei consumatori, chiamato Food&Water Watch, ha pubblicato un rapporto che mostra i dettagli della partnership tra il governo federale e un certo numero di aziende biotech che hanno spinto i loro prodotti Ogm in più Paesi per un certo numero di anni. 
Gli Stati Uniti hanno perseguito una politica estera aggressiva sugli alimenti e in agricoltura a beneficio delle più grandi ditte di sementi. Il dipartimento di Stato americano ha lanciato una strategia concertata per promuovere la biotecnologia agricola, spesso sopra l’opposizione del pubblico e del governo. Food & Water Watch ha attentamente esaminato cinque anni dei dispacci diplomatici del Dipartimento di Stato (2005-2009) per fornire la prima completa analisi delle strategie, tattiche e obiettivi di politica estera degli Stati Uniti di imporre politiche di biotecnologia in agricoltura in tutto il mondo.

Uno dei tanti cables più rivelatori risale al 2007, relativo agli sforzi francesi di vietare una varietà di mais Monsanto Ogm: mostra Craig Stapleton, ex ambasciatore in Francia sotto l’amministrazione Bush, che chiede a Washington di punire i Paesi dell’Ue che non supportavano l’uso di colture geneticamente modificate. Wikileaks ha svelato che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti vende semi al posto della democrazia, e che un pugno di aziende biotecnologiche influenzano la politica estera degli Usa minando ogni sforzo diplomatico che promuova la sicurezza, lo sviluppo internazionale e la trasparenza di tutto il mondo. Nonostante ciò continua l’arroganza e il potere della Monsanto.

Parlare dei tentativi della Monsanto di ostacolare la giustizia, negare la trasparenza ed impedire che la gente ne fermi le lucrose attività nel settore dei semi e degli erbicidi può sembrare una noiosa ripetizione di un tema ormai assodato. Il problema ad oggi è che l’azienda sta assumendo dei comportamenti ancora più dannatamente discutibili: adesso la Monsanto si sta rifiutando di rendere pubblici i risultati di test di laboratorio condotti a St. Louis, Missouri, i quali le hanno “conferito” l’autorizzazione per usare il glifosato in Cina (e da lì nel mondo). Il glifosato (il principale “ingrediente” del RoundUp), si muove lungo la catena alimentare e noi siamo esposti a livelli incessantemente crescenti di veleno. La cosa vale anche per altri pesticidi, fungicidi ed erbicidi usati in agricoltura che non si ritrovano solo nelle piante Ogm che mangiamo, ma anche nei “consumatori” secondari: bestiame, pesci ed uccelli.
Lo riferisce Natural Society, (http://naturalsociety.com/monsanto-hides-toxicity-test-results-roundup-calling-commercial-secret/), in un articolo di fine luglio, che parla di altri esperimenti sulla tossicità del glifosato, condotti da European Food Safety Authority e da Pesticide Action Network (Pan) Europe, che – guarda caso – si sono ambedue rifiutate di rendere pubblici i risultati dei loro test di laboratorio sulla tossicità del prodotto. Si tratta di riservatezza commerciale!

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