Gli Usa incrementano gli “aiuti” militari per Israele
Sono da poco iniziati i colloqui fra alti funzionari della Difesa Usa e di Tel Aviv per definire il contenuto di un pacchetto di aiuti militari del valore di 1 Mld di dollari, addizionali ai 3,1 concessi annualmente fin dal 1962.
Il nuovo piano di aiuti, in pratica una lista della spesa concessa dagli Usa ad Israele, comprenderà aerei F-35, convertiplani Ov-22 ed altro materiale ad alto contenuto tecnologico.
L’iniziativa è una sorta di “compensazione” per l’accordo sul nucleare iraniano (e d’altronde così è sostenuto ufficialmente dall’Amministrazione Usa), e intende rassicurare Tel Aviv sul pieno sostegno Usa anche nel futuro. È lo scotto che la Casa Bianca paga volentieri alla lobby ebraica e a quella dell’industria degli armamenti per l’intesa raggiunta con Teheran.
In realtà, con la scadenza del piano di aiuti militari attualmente in vigore, è già preventivato un nuovo programma pluriennale d’assistenza notevolmente incrementato rispetto all’attuale.
Ai primi di novembre il ministro della Difesa Moshe Ya’alon sarà negli Stati Uniti per incontrare il suo omologo Ashton Carter; al centro dei colloqui ci sarà il tema degli aiuti militari e, soprattutto, il loro contenuto. Con tutta probabilità (leggi certezza) Israele riceverà l’autorizzazione a ricevere quei sistemi d’arma avanzati sistematicamente negati agli alleati/sudditi della Nato.