Giulio Regeni, l’ennesimo crimine che non vedrà giustizia in un’Italietta senza dignità
Al di là delle stucchevoli pantomime della diplomazia, ciò che è accaduto in Egitto è ogni giorno più lampante: i fatti urlano, sempre più forte, che Giulio Regeni è stato rapito, torturato nel modo più abietto e poi ucciso dai “servizi” di un Regime bestiale e sanguinario, lo stesso coccolato da un Occidente complice e vigliacco (Italia in testa) dietro la scusa bugiarda di una comune lotta al terrorismo che semplicemente non esiste.
Al giovane ricercatore italiano è stato praticato lo stesso “trattamento” riservato a migliaia e migliaia di “oppositori” veri o presunti, rei di non condividere il durissimo sistema imposto da Al-Sisi, che fa apparire Mubarak un’educanda. Regeni, come tanti, ha pagato l’interesse per i diritti umani calpestati, per la vicinanza alle vittime innocenti, per far conoscere la realtà vera di un Paese che i media occidentali descrivono come un bastione “moderato” conto la deriva fondamentalista.
Di “moderato” quel Regime non ha nulla, colpisce bestialmente chiunque possa ostacolarlo usando l’universale alibi del pericolo dell’Isis, per coprire i crimini immani dei suoi unici scopi: potere e tornaconto della corrotta cricca militare che rappresenta.
Il Governo italiano, come tanti altri dell’Occidente, ha stretto con quella gente una relazione speciale in nome di una fantomatica “lotta al terrorismo”, che cela (e neppure tanto) solo ricchi interessi economici (energetici in testa) in Egitto ed in futuro il Libia.
Fa specie vedere Governi che continuano ad abbandonarsi (a parole) ad una retorica dei diritti umani a senso unico, dettata solo da una miope convenienza immediata, voltarsi sistematicamente dall’altra parte, limitandosi ad imbarazzati inviti ad una generica “moderazione”.
Resta il fatto, ineludibile, che nessun Paese degno di chiamarsi tale possa accettare che un proprio cittadino sia stato massacrato dalla polizia di un altro Stato, accontentandosi delle plateali menzogne che gli vengono dette, opponendo balbettanti proteste verbali. Facendolo, non solo abdica del tutto al suo ruolo (l’Italia lo ha fatto molto, molto tempo fa), ma perde ogni credibilità sia come partner economico che politico.
Non pensiamo che un Governo italiano, meno che mai quello di Renzi, sia capace di intraprendere misure concrete per difendere sia la memoria di un innocente barbaramente massacrato da un cosiddetto Governo “amico”, sia per affermare la propria immagine. Affermiamo però che continuare a procedere come se nulla fosse, ignorando la realtà dei fatti nella loro gravità, non solo costituisca un insulto alle vittime di un Regime brutale (e a Regeni fra di esse) ma anche a quanto resta dell’Italia (ben poco purtroppo).
Affermiamo che sia ora di chiamare col loro nome Governi bestiali, null’altro che corrotte cricche di potere, che in nome di inconfessati interessi vengono invece coccolati. Affermiamo che sia ora di smascherare una volta per tutte l’eterno alibi della lotta all’Isis, il comodo paravento creato a bella posta per coprire le porcherie più colossali.