Africa

Giornata Mondiale dell’Africa e la sfida Covid-19

In occasione della Giornata Mondiale dell’Africa, auguriamo all‘Unione Africana di vincere la nuova sfida del Coronavirus, dopo avere affrontato numerosi ostacoli e difficoltà lasciati da secoli di colonialismo

Il 25 maggio, si celebra la Giornata mondiale dell’Africa, il Continente considerato la culla dell’umanità. La ricorrenza rimanda al 25 maggio del 1963 quando, ad Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, i leader di 31 Stati africani indipendenti istituirono l’Organizzazione dell’Unità Africana (Oau), oggi Unione Africana (Ua).

Giornata Mondiale dell’Africa e le nuove sfide

Durante i 57 anni di fondazione, oltre al completamento del processo di decolonizzazione, all’interno dell’organizzazione si è sviluppato un dibattito rispetto alla necessità di far fronte alle nuove sfide e ai cambiamenti totali. Ora si trova ad affrontare un’altra grande sfida mentre la nuova pandemia di coronavirus si diffonde in tutto il continente.

I dati ufficiali indicano che Sars-Covid-2 ha già infettato circa 90.100 persone e causato oltre 3mila morti in 54 delle sue 55 nazioni. I dati del Center for Disease Control and Prevention in Africa rivelano che i Paesi africani più colpiti sono il Sudafrica con 14.735 casi confermati, l’Egitto con 12.519, il Marocco con 7.441 e l’Algeria con 7.621.

Mentre l’epidemia si è diffusa rapidamente nel mondo, l’equilibrio in questo continente è molto più basso rispetto alle prime previsioni, nonostante sia il secondo più popolato al mondo. Gli specialisti assicurano che i governi hanno adottato misure più rapidamente rispetto al resto del pianeta. A questo si aggiunge l’esperienza che hanno per aver affrontato altre malattie come la malaria, la tubercolosi, il colera, l’Hiv e l’Ebola, oltre ad avere la popolazione più giovane del mondo, con una media di 19,7 anni, che ha aiutato l’equilibrio mortale a non essere più alto nel continente.

Un continente tra sfide interne e esterne

Quando si parla ancora di Africa, molte persone pensano a estrema povertà, sottosviluppo, fame, traffico di esseri umani o malattie. Quell’immagine, sebbene non sia meno vera perché ha 38 Paesi tra i 50 meno sviluppati al mondo, è fondamentalmente dovuta ai lunghi secoli di colonialismo e neocolonialismo. 

Ciò è dovuto principalmente al fatto che i media egemonici, pagati e controllati dalle vecchie nazioni colonizzatrici e dalle grandi società transnazionali che hanno saccheggiato il continente, parlano o scrivono solo su notizie o eventi peggiorativi dell’Africa senza esporre i sostanziali progressi sviluppati in quasi tutte quelle nazioni. 

Sono rimaste molte sfide, come la liberazione di altre nazioni, la lotta contro la discriminazione razziale e contro il regime di apartheid, ma non è meno vero che il continente, nonostante abbia abbondanti risorse naturali, non è stato in grado di migliorare ulteriormente la vita dei suoi cittadini perché gran parte dei profitti sono sostenuti da società transnazionali e anche dall’incidenza della corruzione in alcuni governi.

Dipendenza dall’estero

Un altro fattore che ha influenzato è che le strutture economiche dipendono fortemente dall’esterno, mentre i programmi di adeguamento strutturale imposti dall’Occidente in modo che possano ricevere investimenti, costringerli ad aprire i loro mercati ai prodotti delle nazioni ricche e pagare un debito estero che collassa diversi Paesi.

Tuttavia, l’Africa è stata la regione che si è ripresa più rapidamente dalla recessione economica mondiale del 2008. Negli ultimi 10 anni, il prodotto interno lordo (Pil) globale ha raggiunto il 5,7% e, prima della pandemia, diversi organismi economici hanno stimato che avrebbe raggiunto 2,6 trilioni  di dollari nel 2020. 

L’African Development Bank (Adb) ha sottolineato che il numero di persone in Africa che vivono in condizioni di estrema povertà con meno di 1,25 dollari al giorno, è sceso dal 33% nel 1992 al 22% nel 2019, tra cui spicca l’Algeria, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio, Gibuti, Angola, Gabon, Senegal, Namibia e Guinea Equatoriale.

In tal senso, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha esortato il mondo a mostrare solidarietà con il continente in modo che la pandemia non inverta i risultati ottenuti con così tanti sforzi da parte degli africani.

di Cristina Amoroso

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